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Cia contro Coldiretti alla guerra del latte


La goccia (si fa per dire) che ha fatto traboccare il vaso delle polemiche sul latte in Piemonte è stata il nuovo contratto che Compral Latte, cooperativa aderente ad Ue.Coop Coldiretti, ha sottoscritto con Inalpi. Un accordo che riconosce ai produttori un premio di “benvenuto” (il cosiddetto welcome premium) di 2 centesimi il litro, da sommare al prezzo derivante dal sistema di calcolo indicizzato attualmente in vigore.
«Il premio sarà corrisposto ai soci da settembre al 31 marzo, data di chiusura della campagna di mungitura 2013-2014 – ha spiegato il direttore dell’Associazione provinciale allevatori di Cuneo, Bartolomeo Bovetti su La Stampa di domenica 25 agosto, ribadendo le dichiarazioni del presidente della Compral Roberto Chialva su terraoggi.it di qualche giorno prima -. Si aggiungerà ai 38,7 centesimi al litro che, in base al nostro indice, attualmente vengono versati ai soci».

DUE PESI, DUE MISURE?
Ma il commento della Confederazione italiana agricoltori del Piemonte non si è fatto attendere: «In totale – scrive la Cia Piemonte a tambur battente – fanno 40,7 centesimi il litro. Molto di meno dei 42 centesimi riconosciuti agli allevatori dall’intesa fra Cia, Confagricoltura e Lactalis in Lombardia, contro cui la Coldiretti ha usato parole di fuoco. La Coldiretti ha definito l’accordo lombardo “un cappio al collo degli allevatori” ed ha criticato aspramente Confagricoltura e Cia per essersi piegate alle richieste dell’industria e per aver accettato la proposta di Lactalis a 42 centesimi al litro, “si tratta di un valore che non permette alle aziende agricole di stare in piedi e quindi la Coldiretti non poteva avallare un’intesa che condanna a morte decine di allevamenti“.
Per la Coldiretti 42 centesimi in Lombardia sarebbero “una condanna a morte” per gli allevamenti, mentre 40,7 centesimi in Piemonte darebbero “alle imprese la possibilità di programmare l’attività, senza essere legate a trattative estemporanee” (il direttore della Coldiretti Piemonte Bruno Rivarossa a La Stampa). Alquanto strano».

COMPRAL-INALPI, UN PRECEDENTE NEGATIVO
Non basta: «Il contratto fra Compral e Inalpi – osserva ancora la Cia Piemonte – costituisce un precedente (negativo) che determinerà il futuro andamento della trattativa sul prezzo del latte in Piemonte. A Cia, Confagricoltura ed Alpilat non piace ed hanno chiesto alla Regione un impegno per far applicare a tutti la formula iniziale dell’indicizzazione, che garantisce in media 3 centesimi in più al litro rispetto all’indice Compral-Inalpi».

CHI NON SA LEGGERE, NON SCRIVA
Dichiarazioni che fanno salire all’ebollizione la temperatura del latte, anche e soprattutto in vista della riapertura del tavolo regionale sul prezzo di riferimento da concordare tra le parti.
Coldiretti Piemonte replica stizzita: «Peccato che chi non sa leggere, non sappia astenersi dallo scrivere». E sottolinea che il riferimento alla parola “programmazione” si riferisce al valore per le imprese dell’applicazione delle forme indicizzate che imprenditorialmente consentono un controllo costante di gestione e le informazioni corrette dei mercati di riferimento.
Coldiretti cita testualmente l’intervista a La Stampa: «Alla domanda, parteciperete alla trattativa se l’assessore regionale all’Agricoltura convocherà le parti?
La risposta: “Siamo pronti a partecipare se gli industriali daranno una reale disponibilità ad adottare indici specifici o un sistema condiviso a livello regionale – interviene Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti -. Quello Compral Latte è un progetto virtuoso che ha fatto scuola, seppure né Coldiretti, né la stessa cooperativa abbiano mai preteso che la loro fosse la quotazione piemontese del latte, sono stati gli altri a dirlo. Più semplicemente la filiera Compral-Inalpi-Ferrero ha dato alle imprese la possibilità di programmare l’attività, senza essere legate a trattative estemporanee: lanciamo la sfida agli industriali che vogliano impegnarsi sulla stessa linea con l’uso di latte “made in Piemonte”, non solo per la polvere, ma anche per formaggi e altri prodotti derivati” – tratto da La Stampa, 25 agosto 2013».
Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte concludono che “la dichiarazione nella sua completezza è chiara, il riferimento è al metodo che a livello regionale deve essere impostato e oggettivamente ripreso. Ci stupisce un po’, ma non troppo, che la nostra sfida al mondo industriale, e quindi naturale controparte delle imprese agricole, non sia stata minimamente citata e raccolta, ma non entriamo nel merito e ringraziamo per l’attenzione che è stata comunque riservata alle nostre affermazioni”.

LA REALTA’ RIMANE 40,7 CONTRO 42 CENTESIMI
L’ultimo atto (per ora) è di stamattina (martedì 27 agosto). Scrive ancora Cia Piemonte: «Le giustificazioni usate dalla Coldiretti subalpina per aver aver avallato il prezzo di 40,7 cent sono solo chiacchiere (sappiamo leggere, checchè ne pensino gli amici della Coldiretti) che non giustificano un bel niente. La realtà è fin troppo chiara e non può essere smentita neppure da milioni di parole: se 42 centesimi, come sostiene la Coldiretti, sono un cappio al collo degli allevamenti, chi ha firmato a 40,7 cent ha stretto il cappio attorno al collo degli allevamenti e li ha soffocati. Tertium non datur.
Cia, Confagricoltura ed Alpilat ritengono il prezzo di 40,7 cent inadeguato ed hanno chiesto alla Regione un impegno per far applicare a tutti la formula iniziale dell’indicizzazione, che garantisce in media 3 centesimi in più al litro rispetto all’indice Compral-Inalpi.

COLDIRETTI, UNA VECCHIA ABITUDINE
La Coldiretti, nel polemizzare con il nostro post, non cita la Confederazione Italiana Agricoltori, ma ci chiama “altra organizzazione” (“Alla luce di un comunicato odierno di altra organizzazione”). E’ una vecchia abitudine della Coldiretti quella di ignorare l’esistenza delle altre Organizzazioni e, quando non può fare a meno di prenderle in considerazione, di non citarle mai per nome. Forse illudendosi, così facendo, di sminuirne il ruolo.
La Coldiretti prenda atto che la Confederazione Italiana Agricoltori c’è e conta. Ancora di più da quando ha costituito Agrinsieme con Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative».