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Cia all’attacco, agricoltura è tempo di cambiare


L’Assemblea regionale della Cia Piemonte quest’anno si è svolta in provincia di Biella, il 25 febbraio scorso, presso la Cascina Rovet, a Vaglio Pettinengo. Questo importante appuntamento, che ha visto riuniti i delegati provenienti da tutto il territorio regionale, ha rappresentato il momento di sintesi di un percorso che ha visto l’Organizzazione promuovere numerosi incontri su tutta l’area regionale con centinaia di imprenditori agricoli, con la finalità di analizzare e valutare lo stato del settore in Piemonte.

L’assemblea è stata introdotta da una relazione del presidente regionale Lodovico Actis Perinetto, che ha tracciato un quadro approfondito della situazione dei principali comparti del settore agricolo – dal latte, ai cereali, dalla carne al riso, dall’ortfrutta al viticolo – ed ha rimarcato l’attività e le lotte promosse dalla Cia del Piemonte nell’anno appena trascorso a sostegno dei produttori. Actis Perinetto ha ricordato anche le iniziative dell’Organizzazione piemontese a favore dei terremotati e non ha mancato di porre l’accento su un problema quanto mai attuale: quello della proliferazione dei lupi che sta rendendo drammatica la vita di pastori e margari in montagna.

Alla relazione del presidente regionale sono seguiti gli interventi di Pino Cornacchia, responsabile nazionale Cia “Dipartimento sviluppo agroalimentare e territorio”, Stefano Aimone, ricercatore dell’Ires Piemonte, Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura Regione Piemonte, Matilde Casa, sindaco di Lauriano, vincitrice del Premio “Tutela del suolo agricolo 2016” e, Gabriele Carenini, vicepresidente regionale Cia Piemonte. Ha coordinato gli interventi Genny Notarianni, giornalista professionista ed addetta stampa della Cia Alessandria.

Pino Cornacchia ha illustrato lo stato attuale della discussione a livello europeo sulla riforma della Pac, ricordando che la Pac è in questo momento l’unica forma di sostegno all’agricoltura. Per i prossimi sette anni l’agricoltura europea può contare su 408,31 miliardi, che rappresentano il 38% del bilancio Ue.
All’Italia spettano circa 33,4 miliardi (poco meno di 23 per gli aiuti diretti e oltre 10 per lo sviluppo rurale).

La Pac attuale presenta alcuni elementi critici, ha affermato Cornacchia: favorisce le aree più forti, è complicata da applicare e non copre efficacemente i rischi di gestione conseguenti alla volatilità dei prezzi che si è molto accentuata in questi ultimi anni.

Stefano Aimone dell’Ires ha preso in esame la situazione del Piemonte, dove ogni anno vengono destinati agli agricoltori ed allo sviluppo rurale circa, grazie alla Pac ed alle quote di cofinanziamento statali e regionali, circa 335 milioni di euro. Per quanto riguarda i pagamenti diretti, il valore medio dei titoli è di 380 euro, ma c’è una grande differenza tra gli aiuti ai risicoltori, ai cerealicoltori ed a chi opera in montagna.

Matilde Casa ha raccontato la sua storia di lotta contro la cementificazione nel Comune di Lauriano, di cui è sindaco, ed ha ringraziato la Cia del Piemonte per il sostegno.

L’assessore Giorgio Ferrero, dopo aver sottolineato che i rapporti tra Regione e Cia, pur nella distinzione dei ruoli, sono di collaborazione nell’interesse del settore primario, ha ricordato che il 60% della risorse del Psr messe a disposizione degli agricoltori nel 2016 sono state utilizzate. Ferrero ha rilevato la necessità di rivedere il triennio di riferimento per i titoli. Non può più essere il triennio che va dal 2000 al 2002. Per i premi, ha detto Ferrero, bisogna fare riferimento ad un triennio più recente.

Gabriele Carenini ha messo in evidenza la funzione dell’agricoltura per la valorizzazione del territorio e la necessità di velocizzare le decisioni e gli interventi a sostegno delle aziende in fase di avvio. Lo start up è infatti il periodo più critico per le aziende agricole.

Dopo alcuni interventi di agricoltori, ha chiuso i lavori il presidente nazionale Dino Scanavino, per il quale serve uno sforzo aggiuntivo per introdurre gli adeguati aggiustamenti al sistema agricolo e, in quest’ottica, la revisione di medio termine della riforma della Pac rappresenta la chance da cogliere senza indugi. Non basta un semplice “lifting” dell’attuale quadro normativo – ha detto Scanavino – ma è necessario “riaprire” i regolamenti di base. E’ questa la strada da seguire se si vogliono mettere le imprese nella condizione di accedere più agevolmente agli strumenti finanziari e, più in generale, per assicurare agli agricoltori, italiani ed europei, un futuro più stabile e certo.

Dino Scanavino, ha denunciato anche la situazione ormai insostenibile causata dalla proliferazione incontrollata della fauna selvatica, a cui si è aggiunto in questo periodo il pericolo dei lupi, ed ha chiesto al Parlamento ed al Governo di adottare, ciascuno nell’ambito delle competenze di merito, provvedimenti legislativi e attuativi che consentano la limitazione/gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro presenza nella logica della coesistenza sostenibile.

(Fonte: Cia Piemonte)