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Cambiare verso alle pensioni basse


I pensionati hanno finora garantito, in larga misura, la tenuta sociale delle famiglie italiane subendo, nell’ultimo quindicennio, tagli, mancati aumenti, ridotte indicizzazioni, drenaggio fiscale: il potere d’acquisto dei loro assegni è ormai ridotto del 30%.
Hanno sostenuto, negli ultimi anni, l’obiettivo di rilanciare l’economia, l’occupazione e l’impresa, riavviando la crescita e, in rigoroso silenzio e piena disponibilità, hanno fatto la loro parte accollandosi un carico di sacrifici ai limiti della sopportabilità.
Sono impegnati sui temi della solidarietà, della difesa del suolo, dello sviluppo dei territori rurali, subendo il crescente isolamento ed i costi conseguenti a servizi pubblici sempre meno presenti in tali borghi.
Ciò nonostante, tra impoverimento delle pensioni e disagi socio-assistenziali, i pensionati sono ormai relegati ai margini del dibattito politico-istituzionale e ben 8 milioni vivono in semi povertà, con assegni mensili sotto i mille euro e, 2,2 milioni addirittura sotto i 500 euro.
Anche il Comitato per i diritti sociali del Consiglio d’Europa, nel rapporto di gennaio 2014, ha denunciato la violazione, in Italia, della Carta Sociale Europea. Infatti, i minimi di pensione dovrebbero essere pari al 40% del reddito medio nazionale: 650 Euro mensili anziché 502.
CHIEDONO PERTANTO EQUITÀ E GIUSTIZIA SOCIALE PER UNA ESISTENZA DIGNITOSA
attraverso, prioritariamente:
– l’estensione ai pensionati sotto i 1000 euro mensili del bonus di 80 euro, l’adeguamento dei minimi di pensione, in un biennio, al 40% del reddito medio nazionale, l’ampliamento della no tax area;
– il recupero progressivo del potere d’acquisto delle pensioni conseguite dopo una vita di lavoro, con una più puntuale indicizzazione e la eliminazione del drenaggio fiscale;
– la riorganizzazione della sanità pubblica, concretizzando con determinazione il piano volto a territorializzare i servizi anche nei centri rurali, con un ruolo primario dei medici di base e la costituzione dei pool di specialisti multidisciplinari 24 ore su 24;
– la dotazione di risorse adeguate per la non autosufficienza, le politiche sociali, la lotta alla povertà e per politiche di prevenzione, di educazione alla salute per l’invecchiamento attivo e sano.
Le risorse necessarie possono essere reperite, con una ripresa dello sviluppo e del PIL, attraverso le necessarie riforme e una più incisiva lotta:
1) alla evasione ed alla elusione fiscale;
2) alla corruzione ed alla criminalità;
3) agli sprechi ed ai privilegi di numerose caste;
Si rende necessaria, inoltre, la trattenuta progressiva del contributo di solidarietà su tutte le pensioni superiori a 5.000 Euro mensili, ivi compresi i vitalizi.
Per aderire alla petizione, è possibile rivolgersi alle sedi ANP e CIA e ai punti di raccolta sui mercati.