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Bovini, cosa serve al posto del passaporto


Dal 1 maggio 2015 non è più obbligatorio da parte dei servizi veterinari delle Asl rilasciare il documento di riconoscimento all’atto dell’iscrizione dei capi alla Banca Dati Nazionale.
Il sistema anagrafico messo a punto dal Ministero della Salute, riconosciuto pienamente operativo dall’Unione europea, ha consentito di eliminare, ai sensi della normativa europea, l’obbligo di rilascio della documentazione cartacea per gli esemplari nati in Italia dopo il primo maggio e movimentati sul territorio nazionale.
Il passaporto era rilasciato per certificare la corretta iscrizione degli animali alla Banca Dati Nazionale delle anagrafi zootecniche e per garantire le relative informazioni anagrafiche, i dati dell’allevamento di nascita, i passaggi di proprietà e gli spostamenti.
Poiché queste informazioni sono già contenute all’interno della stessa Banca Dati, mediante registrazione della cedola identificativa, non si evidenzia più la necessità di procedere al rilascio del documento.

Quindi, per un vitello nato dal 1 maggio 2015:

– entro 20 giorni dalla nascita (e comunque prima che lasci l’azienda) il vitello deve essere marcato (esistono deroghe alla marcatura fino a 6 mesi di età del vitello per alcuni allevamenti al pascolo);

– entro 3 giorni dalla marcatura i dati del vitello devono essere scritti sul registro di stalla;

– entro 7 giorni dalla marcatura devono essere registrati in Banca Dati Nazionale (mediante cedola identificativa)

Adempiuti tali obblighi, i bovini nati a partire dal primo maggio 2015 potrebbero essere movimentati, per la vendita o per il macello, con il solo modello IV (rosa) compilato in tutte le sue parti.
Nulla cambia per gli animali nati prima del 1 maggio 2015 e quindi già dotati di passaporto.
Questa semplificazione non incide in alcun modo sulla tracciabilità, l’obbligo di emissione rimane, infatti, in vigore per i bovini destinati a scambi intracomunitari o esportati verso Paesi Terzi.

(Fonte: Cia Piemonte)