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Biologico, troppi dubbi sul nuovo Regolamento Ue


La bozza di nuovo regolamento sul biologico presentata dalla Commissione europea, ad avviso di Confagricoltura rappresenta un passo avanti, ma con molti interrogativi. Se da un lato, infatti, il testo permette al mondo del biologico di aprirsi anche ad altri temi della sostenibilità, quali l’uso dell’acqua e dell’energia, dall’altro enuncia solo i principi generali del sistema bio, rimandando la parte applicativa ad atti delegati. Una procedura che, di fatto, esclude qualsiasi tipo di confronto con le associazioni degli imprenditori. Ma una filiera così importante come quella del biologico ha bisogno di regole condivise e non di atti delegati.
Confagricoltura ricorda il caso, lo scorso dicembre, dell’atto delegato che ha dettato le regole per l’etichettatura delle carni suine, avicole e ovine, che non ha certo risposto agli interessi dei consumatori e dei produttori.
E anche sul capitolo dei controlli non sono state risolte le questioni fondamentali, all’origine degli scandali degli ultimi anni. E’ infatti rimasto in vigore il principio di equivalenza per l’importazione dei prodotti biologici da Paesi terzi, che sostanzialmente permette la pratica delle triangolazioni e mina tutto il mercato europeo del biologico. L’Italia è uno dei Paesi più importanti per produzione e trasformazione del biologico: è infatti al sesto posto nella classifica mondiale per superfici dedicate e al primo in Europa, mentre figura in ottava posizione per numero di aziende agricole biologiche a livello mondiale, e sempre prima in Europa.
In Italia, circa il 3 per cento del totale delle aziende agricole è biologico, con quasi il 9 per cento della superficie agricola utilizzata. Tra esportazioni e consumi interni, il giro d’affari complessivo del biologico ammonta in Italia a circa 1,9 miliardi di euro (3,1 se si considera anche l’export) ed ha un peso dell’8 per cento sul valore totale del mercato europeo del bio. Un fatturato che pone l’Italia al quarto posto a livello europeo, dietro Germania, Francio e Regno Unito, e in sesta posizione nella classifica mondiale. La dinamicità del settore è testimoniata dall’andamento dei consumi interni.
Numeri come quelli del bio, che nei primi dieci mesi del 2013 hanno visto crescere del 7,5 per cento la spesa domestica (+30% nell’ultimo decennio), rappresentano una rarità in un panorama nazionale che sul fronte dei consumi mostra andamenti fortemente negativi in tutti i settori, alimentare compreso. Dati che fanno riflettere e che la dicono lunga sull’importanza di questo regolamento che Confagricoltura confida che venga ripreso e discusso, durante il prossimo semestre di presidenza italiana dell’Ue, in maniera più approfondita e con meno deleghe in bianco alla Commissione di Bruxelles.