Biogas e fotovoltaico cosa conviene in agricoltura
Due modalità che nel mondo agrozootecnico non devono essere viste concorrenti tra loro,
bensì alternative se non complementari. Un tema che è stato al centro del dibattito
al Salone Bioenergy 2013 di Cremona. Ne parla il ricercatore Paolo Rossi di Reggio Emilia
Impianti fotovoltaici e di biogas. Due modalità diverse di produrre energia rinnovabile. Due modalità che nel mondo agrozootecnico non devono essere viste concorrenti tra loro, bensì alternative se non complementari. Un tema che è stato al centro del dibattito al salone delle energine rinnovabili di Cremona, Bioenergy 2013, e dal quale
parte la chiacchierata con Paolo Rossi, agronomo e ricercatore del Crpa (Centro ricerche produzioni animali) di Reggio Emilia, all’indomani dell’applicazione del V Conto Energia.
Un investimento che va valutato rispetto alla realtà aziendale
“Prima di decidere quale tipo di impianto realizzare nella propria azienda – spiega – l’agricoltore e/o l’allevatore deve stabilire, attraverso un progetto, quale può essere la scelta più opportuna per la sua realtà imprenditoriale e da lì valutare l’investimento che intende affrontare, a cui consegue il relativo costo di gestione: più oneroso un impianto di biogas e molto meno uno fotovoltaico. Fino a un paio d’anni fa, infatti, quando in pratica era in vigore il secondo Conto energia, in un’azienda zootecnica dove era stato installato un impianto fotovoltaico con una potenza oscillante tra i 70 e i 100KW, il costo variava dai 3.200 ai 3.600euro/KW. Oggi, a parità di impianto e con l’entrata in vigore del V Conto Energia, non si superano i 2.000euro/KW. Inoltre, a differenza di un impianto di biogas, che proprio per le sue caratteristiche richiede la presenza costante di una persona preparata in grado di intervenire per fronteggiare qualsiasi inconveniente, un impianto fotovoltaico può lavorare senza che un addetto preposto se ne occupi”.
Il boom degli impianti installati e l’energia prodotta
Nel 2011, in Italia si è registrato un vero e proprio boom di impianti fotovoltaici installati, soprattutto in ambito agricolo. “In riferimento alla fine dell’anno indicato – puntualizza Rossi – i MW di potenza allacciati alla rete erano 12.800 per una produzione totale di energia pari a 10.800GW. Diverso il discorso per il biogas che, va detto, registra una produzione superiore di energia rispetto al fotovoltaico con un rapporto, mediamente, di 5 a 1. In ogni caso, direi che sono significativi i numeri scaturiti da una nostra recente indagine: gli 89MW di potenza installata in impianti alimentati con deiezioni animali hanno prodotto 362GW”.
Intanto però l’introduzione del V Conto Energia, avvenuta alla fine di agosto dello scorso anno, ha in buona parte rivoluzionato il sistema delle tariffe incentivanti, e il plafond di 6miliardi e 700 milioni di euro previsto, che non era mai stato adottato nei Conti Energia precedenti, è ormai quasi del tutto esaurito.
I limiti del V Conto Energia e le prospettive future
“E’ così – spiega ancora Rossi – Con questo provvedimento è stato in pratica modificato il meccanismo di incentivazione che finora era basato sul riconoscimento di una tariffa rispetto all’energia prodotta dall’impianto. Il V Conto Energia stabilisce una quota omnicomprensiva per l’energia netta che viene immessa in rete e una tariffa premio per quella utilizzata per autoconsumo. Non solo rispetto a prima le tariffe hanno però subito un calo del 45%, molto probabilmente si andrà verso un sistema che eliminerà quasi completamente gli incentivi”. La fine delle tariffe incentivanti potrebbe demotivare chi intende installare un impianto fotovoltaico. “E’ una probabilità – conclude il ricercatore del Crpa – e allo stato l’investimento potrebbe non risultare conveniente. Ma se, come molti esperti affermano, nel giro di una decina d’anni il costo dell’energia fossile dovesse quadruplicare, la convenienza di aver realizzato un impianto fotovoltaico sarebbe assicurata. Senza dimenticare i benefici che verrebbero assicurati all’ambiente”.