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Battesimo non annunciato per l’Asti secco docg


A "Good Wine" di Neviglie c’é stato il debutto, seppur non ufficiale, dell’Asti Secco
"Padrini" del battesimo dell’Asti Spumante in versione Secco, in attesa che si concluda l’iter burocratico, il vice ministro dell’Agricoltura, Andrea Olivero, il vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, Massimo Fiorio, l’assessore regionale alle Politiche Agricole della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, il presidente del Consorzio dell’Asti, Romano Dogliotti con il direttore Giorgio Bosticco.

Da tutti è arrivata, com’era logico che fosse, la promessa che l’Asti Secco deve essere una opportunità per il comparto Moscato.
In assaggio alla manifestazione di Neviglie c’erano le proposte di Capetta, Gancia, GiBò-Tosti, Fratelli Martini e Cascina Fonda, ma mancavano i big del calibro di Martini & Rossi-Bacardi e Campari.

"L’Asti Secco é un percorso nuovo che parte, molto interessante, – ha dichiarato il vice presidente regionale della Cia Gabriele Carenini -, che deve pero’ essere adeguatamente promozionato".

"Il nuovo prodotto – ha aggiunto Carenini – accompagnerà, ma non sostituirà l’Asti docg. Quest’ultimo non solo è uno spumante dalla lunga tradizione, ma ha ancora della ottime prospettive".

L’Asti docg ha avuto in questi ultimi anni un calo di vendite. Va nuovamente promosso valorizzandone le caratteristiche che lo rendono unico e diverso rispetto a tutti gli altri spumanti del mondo. Parte agricola e parte industriale devono lavorare insieme nell’interesse del comparto

La superficie interessata all’Asti è di 9.700 ettari per una produzione annua di 54 milioni di bottiglie di Asti Docg e 31 milioni di bottiglie di Moscato d’Asti Docg, corrispondenti a 800 mila ettolitri (dati 2016).

(Fonte: Cia Piemonte)