Audizione della Fondazione Agrion alla Commissione Agricoltura del Senato sulla cimice asiatica
Si è svolta nella giornata del 28 novembre, alla Commissione Agricoltura del Senato, l’audizione della Fondazione Agrion, sul tema della cimice, alla presenza anche dei senatori cuneesi Giorgio Bergesio e Mino Taricco.
“Crediamo sia fondamentale avere occasioni di coordinamento per affrontare in modo condiviso l’emergenza cimice – commenta il presidente della Fondazione Agrion, Giacomo Ballari -. Durante l’audizione abbiamo avuto modo di illustrare le attività portate avanti in questi anni con le sperimentazioni che abbiamo fatto, a diversi livelli. Questa audizione è per noi e per tutti i nostri partner il segnale concreto che il lavoro svolto è significativo e confidiamo che questa sia l’opportunità di mettere a disposizione di tutto il sistema nazionale quanto abbiamo fatto per l’agricoltura piemontese. Abbiamo anche voluto, in conclusione dell’audizione, evidenziare le priorità che riteniamo fondamentali per il proseguo del lavoro sulla cimice. Non è possibile infatti pensare di gestire questa situazione da soli. Immaginiamo di rafforzare le reti che abbiamo costruito in questi anni con centri di ricerca, Università, Istituzioni e i rappresentanti delle filiere per rafforzare un piano di monitoraggio territoriale utile per l’impostazione delle azioni di lotta alla cimice; riteniamo fondamentale partecipare allo sviluppo di un monitoraggio nazionale sull’insediamento e lo sviluppo del parassitoide del genere Trissolcus, segnalato già in alcuni siti in Italia; serve sviluppare strategie di difesa innovative ed ecocompatibili supportate da costanti sperimentazioni in campo dei mezzi disponibili studiandone la loro efficacia e le varie metodologie di utilizzo”.
“Risulta quindi indispensabile che le Istituzioni preposte portino a conclusione nel più breve tempo possibile le modifiche alla normativa vigente autorizzando in deroga l‘introduzione del parassitoide non autoctono – prosegue Ballari -. Non possiamo permetterci di concedere un altro anno alla cimice asiatica senza intraprendere un percorso di introduzione di antagonisti che siano efficaci nel rallentare il proliferare di questi insetti. Altro passo fondamentale è la creazione di un coordinamento nazionale tra Università, centri di ricerca e sperimentazione ed istituzioni. Un vero e proprio tavolo di crisi! Nel frattempo che gli insetti antagonisti possano venirci in soccorso non dobbiamo dimenticarci che siamo di fronte alla gestione di un’emergenza che potrebbe coinvolgere più di 150.000 ettari di colture solo in Piemonte. Occorre quindi uno stanziamento di risorse in grado di sostenere le attività di monitoraggio, gestione dell’emergenza e lotta a livello territoriale, nonché di costante ricerca e sperimentazione. Dobbiamo rafforzare i coordinamenti tecnici di filiera al fine di fornire indicazioni sulla difesa fitosanitaria delle colture fino al raggiungimento dell’equilibrio parassita-parassitoide (insetto utile). Adesso confidiamo che, anche grazie all’attenzione dei parlamentari piemontesi presenti, ci sia un’attenzione ulteriore sull’emergenza della cimice, serve un coordinamento nazionale e un’azione finalizzata alla risoluzione di questa problematica”