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Asti Secco, è fatta! Le prime reazioni


“Siamo soddisfatti di questa decisione, che abbiamo sostenuto fin dall’inizio dell’iter, le due nuove tipologie rafforzano il sistema regionale del vino, sempre più attento alla qualità e alla domanda che viene dal mercato internazionale. L’Asti e il Brachetto, nella versione secca, rientrano pienamente nella tradizione enologica piemontese e nel contempo la innovano. Il sentore aromatico e la riduzione del contenuto zuccherino sono elementi che vanno incontro a tendenze che si stanno diffondendo tra i consumatori”.

E’ il commento del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e dell’assessore regionale alla Agricoltura Giorgio Ferrero alla notizia del via libera alla tipologia secca dell’Asti e del Brachetto d’Acqui da parte del Comitato nazionale vini.
In una nota, la Regione sottolinea come, nelle persone di Moreno Soster ed Elena Piva, sia stato “accompagnato con professionalità e convinzione il percorso che oggi è giunto a una felice conclusione” e che l’iter prevede ora la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

COLDIRETTI: “UN BENEFICIO
PER TUTTO IL TERRITORIO”

“Plaudiamo a questo parere positivo del Comitato – afferma Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo – che testimonia la corretta direzione del lavoro di squadra che la nostra Organizzazione ha portato avanti, facendosi portavoce di una richiesta condivisa dal mondo dell’Asti. Il sentore aromatico e la riduzione del contenuto zuccherino sono, oltretutto, elementi che vanno incontro a tendenze che si stanno diffondendo tra i consumatori per cui i nostri produttori potranno trovare riscontri positivi dal mercato”.

“A giovarne potrà essere l’intero territorio di produzione che vanta una indiscussa qualità delle uve – spiegano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte ed il delegato confederale Bruno Rivarossa – Oltretutto, grazie a queste modifiche apportate al disciplinare, saremo in grado di rispondere alle richieste che pervengono anche dal mercato straniero, dove il vino Made in Piemonte è particolarmente richiesto. L’Asti nella tipologia secco, quindi, potrà dare un nuovo impulso al comparto, andando a conquistare nuovi spazi”.