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Approvata la legge ritorna la canapa


E’ stata approvata in via definitiva al Senato la legge per la promozione della filiera della canapa.

“Con l’approvazione di questa legge – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – finalmente regolamentiamo un settore dal grande potenziale per la nostra agricoltura non soltanto dal punto di vista economico, ma anche della sostenibilità. Diamo riferimenti chiari ai tanti agricoltori interessati a poter investire in una filiera che ha moltissimi sbocchi commerciali, con un potenziale di redditività elevata. La coltura della canapa infatti è in grado di ridurre l’impatto ambientale per le sue qualità e caratteristiche. Con questa nuova norma riusciamo a dare una nuova risposta alle richieste del mondo agricolo”.

In particolare il provvedimento identifica le varietà di canapa per la coltivazione e individua i settori produttivi in cui può essere impiegata che vanno dall’alimentazione alla cosmesi, dall’industria e artigianato al settore energetico e alle attività didattiche e di ricerca.

Sul piano della semplificazione la legge consente la coltivazione della canapa senza la necessità di autorizzazione.

Per favorire le attività di produzione e trasformazione nel settore, il Mipaaf destinerà annualmente una quota delle risorse disponibili dei piani nazionali entro il limite massimo di 700.000 euro. Per quanto riguarda i controlli, il Corpo forestale è autorizzato a svolgere le attività di verifica.

RITORNO AL FUTURO

Con l’approvazione della legge si sostiene il ritorno della canapa in Italia reso possibile da oltre 300 aziende che la coltivano su piu’ di mille ettari per le molteplici opportunità di mercato offerte dai tessuti ai materiali edili, ma anche olio, vernici, saponi, cere, cosmetici, detersivi, carta, imballaggi oltre a pasta e birra.

E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’approvazione definitiva della legge sulla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa. E’ in realtà – sottolinea la Coldiretti – un ritorno per una coltivazione che fino agli anni ‘40 era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica).
Il declino, spiega la Coldiretti, è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta. Oggi le Istituzioni sono consapevoli dell’esigenza di creare un quadro legislativo di minore rigidità che possa valorizzare le caratteristiche distintive della canapa in Italia dove esistono le condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli alla coltivazione dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna.