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Anche il Tar dice no alle coltivazioni Ogm


“Apprendiamo con soddisfazione il pronunciamento del Tar che conferma nella sostanza le ragioni del decreto promosso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con i Ministeri della Salute e dell’Ambiente in relazione allo stop delle semine Ogm in Italia”.
“Proseguiamo ora con tenacia la battaglia che stiamo portando avanti anche con altri Paesi in ambito europeo. Il nostro obiettivo è dare più autonomia di scelta ai singoli Stati sul tema Ogm. Se non riusciremo a trovare un accordo entro giugno, questo sarà uno dei dossier più importanti del semestre italiano di Presidenza dell’Ue. Sono convinto che il modello agricolo italiano debba valorizzare le sue peculiari caratteristiche per rafforzarsi anche sui mercati internazionali”.
Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha commentato il rigetto da parte del Tar del Lazio del ricorso contro il decreto del 12 luglio adottato dal ministro della Salute di concerto con il ministro della Politiche Agricole Alimentari e Forestali e con il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare recante “Adozione delle misure d’urgenza si sensi dell’art. 54 del Regolamento CE n.178/2002 concernenti la coltivazione di varietà di mais geneticamente modificato MON 810”.
Soddisfatta Coldiretti, che commenta: “Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy. Nell’Unione Europea nonostante l’azione delle lobbies che producono ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148 mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari)”.