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Alpeggi, la speculazione finisce in Parlamento


È stata approvata all’unanimità, giovedì 15 maggio, in Commissione Agricoltura, la risoluzione unificata a prima firma del deputato Pd Mino Taricco, in materia di pagamenti PAC, finalizzata ad arginare le speculazioni relative al pascolamento su superfici dichiarate a pascolo magro.
In questi ultimi anni sono progressivamente cresciuti gli episodi di speculazione finalizzata a percepire premi comunitari PAC, anche di molte centinaia di migliaia di euro, utilizzando in modo strumentale pascoli magri montani, sfruttando una possibilità creatasi con il disaccoppiamento. Questa situazione aveva creato, nelle realtà di montagna, una totale alterazione del mercato degli affitti con conseguenze negative anche sull’assetto del territorio e delle economie rurali locali, riconducibile al comportamento di imprese agricole che non dispongono di terreno o che hanno un carico di bestiame per il quale non dispongono di una superficie sufficiente e che quindi ne necessitavano formalmente per ottemperare agli obblighi comunitari, ma che in molti casi approdavano poi ad un improprio utilizzo agronomico di tali superfici e in molti casi al subaffitto. L’AGEA aveva cercato di superare la situazione nel 2013 con una circolare, stabilendo che “a partire dalla Domanda unica presentata per la campagna 2014, […] ai fini dell’ammissibilità delle superfici dichiarate a pascolo magro, non è possibile considerare il pascolamento da parte di terzi”, circolare che però il Consiglio di Stato il 6 marzo 2014 sospendeva. Già il 4 aprile scorso, Taricco aveva presentato, come primo firmatario, un testo con cui si chiedeva al Governo di ripristinare regole certe per un pieno rispetto delle norme nazionali e comunitarie che impongono l’utilizzo agronomico delle superfici dichiarate ai fini dei premi PAC; a questa ne era seguita una seconda a prima firma Gallinella.
La nuova risoluzione unitaria chiede al Governo ed al Ministero di ripristinare regole certe che creino le condizioni per un pieno e sostanziale rispetto delle normative nazionali e comunitarie e delle regole della condizionalità che impongono l’utilizzo agronomico delle superfici dichiarate ai fini dei premi PAC, di valutare la possibilità di stabilire una distanza territoriale massima tra la sede aziendale ed eventuali terreni locati e di valutare inoltre anche la possibilità di prevedere norme tali che, per il 2015 e seguenti, sulle superfici dichiarate a pascolo magro il valore dei titoli PAC non possa in ogni caso superare il valore unitario medio dei contributi PAC ad ettaro, a livello regionale o nazionale, anche prevedendo iniziative legislative o provvedimenti ministeriali.
Mino Taricco ha così commentato: “Torniamo a chiedere al Governo di intervenire, per quanto di sua competenza, al fine di ripristinare regole certe in materia di pagamenti PAC, anche prevedendo apposite iniziative legislative o provvedimenti ministeriali. Inoltre abbiamo impegnato l’esecutivo, fornendo anche alcune indicazioni puntuali, ad assumere iniziative per prevedere l’erogazione di contributi PAC solo agli effettivi conduttori dei terreni, avendo una attenzione particolare ai terreni montani, per evitare che abbia ancora spazio una speculazione che nulla ha a che fare con le motivazioni dei premi PAC, e nulla a che fare con una corretta gestione dei pascoli”.