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Allarme mais e latte il Piemonte è tranquillo


L’estate dei consumatori è sempre all’insegna degli allarmi. Quest’estate il clima umido ha favorito – in talune zone del Nordest – lo sviluppo nel mais delle muffe che producono aflatossine, sostanze naturali genotossiche per l’uomo. E, a catena, l’emergenza ha investito alcuni produttori di latte, per via di mangimi contaminati.
A fronte di questi allarmi che hanno ricadute negative sull’economia (non va dimenticato che la filiera lattiero-casearia vale 8 miliardi di euro rispetto al Pil nazionale) va rimarcata la tempestività con cui si muove la sanità pubblica. Ogni Asl, con il dipartimento prevenzione e i suoi servizi veterinari, svolge un monitoraggio costante delle produzioni e non appena viene segnalato un caso sospetto scatta il protocollo d’intervento per riportare la situazione alla normalità, nel pieno rispetto di tutti i criteri di sicurezza alimentare.
La rete dei controlli pubblici è integrata dall’azione di supporto agli allevatori svolta dagli uffici qualità e dai laboratori dell’Apa. Significativo il caso del Piemonte, dove il mondo latte è al centro delle attenzioni, facendo sì che corrette pratiche allevatoriali siano in grado di risolvere nell’ambito della filiera locale le situazioni di potenziale rischio.
“Qualcuno – dice Roberto Chialva presidente Arap, l’associazione regionale degli allevatori – pensa che filiera sia una parola-slogan, creata per rassicurare i consumatori. La nostra associazione, da Torino a Cuneo e nel resto della regione, ogni giorno che Dio manda in terra è impegnata a effettuare controlli su controlli, su tutto il territorio e nella fattispecie nelle stalle dei produttori, per garantire la qualità del prodotto. Solo così siamo in grado di assicurare che il nostro latte è sano al cento per cento”.
Tutto questo avviene grazie al Laboratorio analisi che ha il suo punto di forza nell’ufficio qualità Apa. Responsabile del laboratorio è il dottor Roberto Facelli, vicedirettore di Apa Cuneo, che sottolinea: “E’ un lavoro che svolgiamo da anni, con l’impegno quotidiano del personale di campagna, dei nostri veterinari e microbiologi. Sono controllati tutti i parametri del latte, partendo dall’alimentazione dei bovini per arrivare alle analisi specialistiche su aflatossine e quant’altro. Se una partita di prodotto denuncia un barlume di positività rispetto agli esami, viene bloccata ed eliminata. Non si fanno sconti a nessuno”.
Il concetto è chiaro. Per assicurare la qualità, specie di un prodotto come il latte utilizzato nell’alimentazione della prima infanzia, i controlli non sono mai abbastanza, e il ruolo del sistema allevatoriale è un’importante garanzia in più. Spiega il direttore Apa Bartolomeo Bovetti: “I consumatori piemontesi possono stare tranquilli. Le analisi del nostro laboratorio qualità non sono fatti per compiacere l’allevatore, ma per dire la verità. Se ci sono problemi, li affrontiamo insieme per risolverli. Ogni litro di latte certificato Apa che va sul mercato è un litro di latte naturale, buono e sano. Questo sappiamo fare e facciamo: per noi qualità è innanzitutto sicurezza alimentare”.