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Agromeccanici: “I tagli alla Politica agricola comune rischierebbero solo di frammentare le società agricole”


“L’Unione europea, proponendo di tagliare del 5% i fondi destinati alla Politica agricola comune per il periodo 2020-2027, dimostra di avere una visione miope nei confronti di un settore strategico come quello primario. A uscirne penalizzati sarebbero, in particolare, gli agricoltori italiani e degli Stati fondatori dell’Europa unita, colpiti dal meccanismo della convergenza”.

Lo dice il presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, Gianni Dalla Bernardina, che non condivide i tagli al bilancio proposti dalla Commissione europea.

“Se vogliamo più Europa, più coesione, più dialogo – prosegue Dalla Bernardina – abbiamo bisogno di più risorse, di politiche di crescita che premino le filiere agroalimentari, che garantiscano il ricambio generazionale e la diffusione dell’innovazione, senza porre tetti che avrebbero come unica conseguenza solo la moltiplicazione delle società agricole”.

Da tempo l’innovazione nelle filiere ad alto tasso di meccanizzazione, puntualizza Sandro Cappellini, “vede in prima fila le imprese agromeccaniche, che dovrebbero poter beneficiare anche in Italia di strumenti di sostegno della competitività”.