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Agricoltura 2015 il bilancio a San Martino


La scadenza di San Martino (11 novembre) rappresenta da sempre la fine dell’annata agraria ed è quindi un’occasione per tracciare un primo bilancio dell’annata agricola che si è appena conclusa.
Il clima è stato il protagonista indiscusso di questa annata agraria, caratterizzata non da un’estate molto calda, ma anche da grandinate e bombe d’acqua che hanno colpito a macchia di leopardo le coltivazioni.

CEREALI

L’ annata è stata a due marce per le colture cerealicole. Bene i cereali autunno-vernini, frumento in testa, favoriti da un andamento climatico primaverile nella norma. Male le colture a semina primaverile (mais, soia, barbabietola da zucchero) sono state penalizzate dalle prolungate ondate di caldo torrido durante l’estate.

Il mais, dopo il raccolto record del 2014, ha sofferto i prolungati periodi siccitosi con temperature molto elevate dei mesi estivi. Di conseguenza la resa, secondo le prime indicazioni raccolte, potrebbe scendere del -15% rispetto all’annata precedente. Anche la soia è stata penalizzata dal pessimo andamento climatico estivo, quindi, nonostante gli ettari coltivati vengano stimati in crescita per questa coltura, la produzione finale si prevede possa essere in calo di circa -15% rispetto all’annata precedente.

Per quanto riguarda il riso, il persistente aumento delle importazioni a dazio zero dalla Cambogia, oltre che dal Myanmar, del riso greggio di tipo indica continua a creare pressione sul mercato Ue con conseguente ulteriore riduzione dei prezzi di questo tipo di riso e disincentivo alla coltivazione. Secondo il governo italiano “l’evoluzione delle importazioni a dazio zero dalla Cambogia ha assunto proporzioni che compromettono il corretto funzionamento dell’organizzazione comune di mercato”.

FRUTTA

Discreta la campagna frutticola. Bene la qualità, meno bene i prezzi. Il mercato della frutta estiva e deli orticoli non ha dato in molti casi i risultati attesi in termini economici dai produttori.L’impossibilità di esportare sul mercato russo ha privato il Piemonte di uno sbocco di mercato importante ed ha provocato il riversamento sul mercato europeo ed italiano delle produzione delle altre nazioni europee che esportavano in Russia. Buona in particolare le raccolta di mele e pere. Boom dei noccioleti, la cui superficie è in costante crescita.

VINO

Ottima la vendemmia. La materia prima è arrivata in cantina sana e con caratteristiche chimiche pregevoli. Complice la lunga estate, le alte temperature e il clima favorevole la maturazione delle uve è stata ottima e le previsioni parlano di un prodotto imbottigliato d’eccellenza. Che si tratti di bianchi o si parli di rossi, quest’anno la risposta del mondo del vino è univoca: “si tratta di una vendemmia eccezionale”.

CARNE E LATTE

Molto critica invece la situazione del comparto zootecnico. Il prezzo del latte alla stalla è crollato. Ora viene pagato una decina di centesimi in meno di quanto costa produrlo. In difficoltà anche le altre produzioni zootecniche, i bovini da carne in particolare. Regge la carne di razza bovina piemontese, mentre le altre razze sono in difficoltà. Il mercato dei bovini da ristallo è stato condizionato dal blocco degli approvvigionamenti dalla Francia, dove per l’emergenza Blue tongue ha comportato restrizioni di movimentazione ed un ulteriore rialzo dei prezzi dei capi nazionali e dei ristalli di provenienza estera, specie irlandesi e polacchi, che sul mercato internazionale hanno sostituito a quelli d’Oltralpe.

Molto nervoso il mercato suinicolo. Se qualche anno fa l’andamento ciclico del settore era di massima rispettato, con le quotazioni che si mantenevano in zona neutra sino ai mesi di maggio e giugno per poi salire repentinamente sino a settembre e quindi scendere altrettanto in fretta, dallo scorso anno questo ciclo si è interrotto. Chi ne ha risentito maggiormente è il segmento dei suini pesanti, quelli di oltre 160 kg di peso vivo. Più che seguire un percorso, le quotazioni sono sembrate prive di indirizzo, ora verso il basso, ora verso l’alto.

PSR

Il 2015 è stato l’anno in cui la Regione ha visto approvato il nuovo PSR. L’impostazione del nuovo PSR non ha convinto fino in fondo la Cia, le cui indicazioni non sempre sono state tenute in considerazione. Il nostro auspicio è comunque che l’avvio del programma, perché le imprese agricole hanno bisogno di poter contare al più presto su strumenti e risorse adeguate per far fronte alla necessità di innovazione e di competizione che il mercato richiede.