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Accordi di filiera, come accedere ai finanziamenti


Il tema dell’organizzazione della filiera agricola nell’ambito del nuovo Piano di Sviluppo Rurale (Psr) 2015-2020 della Regione Piemonte è stato al centro dell’incontro regionale svoltosi, nei giorni scorsi, a Cuneo. Incontro che ha visto la presenza di tecnici agrari, imprenditori agricoli, operatori del settore agroalimentare.
A dare il via all’incontro gli indirizzi di saluto, per il Cipat/Cia, di Igor Varrone, direttore dell’organizzazione cuneese, mentre i temi all’ordine del giorno sono stati affidati a Gianni Costamagna, agronomo, collaboratore Cipat/Cia.
“Nel nuovo PSR – ha riferito il relatore – la Regione Piemonte si propone di aiutare il sistema a pensare e lavorare in modo aggregato, tenuto conto della scarsa propensione delle aziende agricole piemontesi a lavorare in modo coordinato tra loro e con le altre componenti della filiera agroalimentare nonché del mondo della ricerca. Il futuro del settore agricolo piemontese, passerà proprio attraverso la filiera che consentirà all’agricoltore di non ritrovarsi isolato e di disporre delle tante risorse messe a disposizione a livello istituzionale”. Nella sua analisi, Costamagna ha rimarcato come la fase agricola tenda a perdere valore aggiunto lungo la catena del valore della filiera agro‐alimentare e così, in diversi comparti, la posizione dei produttori primari piemontesi risulta troppo debole. Il Cipat/Cia sta organizzando i suoi servizi al fine di migliorare la qualificazione produttiva degli agricoltori, passo essenziale per il miglioramento del valore aggiunto trattenuto dalle aziende, per il raggiungimento di un migliore posizionamento di mercato e, in ultima istanza, di un miglioramento della competitività delle aziende agricole. Questo richiede nuove azioni di raccordo tra i vari attori della filiera, attraverso una serie di strumenti:
– la partecipazione ai sistemi di qualità; qualità come igiene e sicurezza alimentare nonché costanza nella qualità stessa, qualità di prodotto, qualità di processo.
– l’adozione di pratiche agronomiche di minor impatto ambientale;
– l’integrazione della fase produttiva con quella di trasformazione e di commercializzazione.
Dall’analisi dei vari comparti agricoli sviluppata da Costamagna è emersa la potenziale ulteriore crescita commerciale delle produzioni agricole piemontesi, uno sviluppo che, tuttavia, richiede sia un buon coordinamento delle attività di marketing (analisi delle tendenze dei mercati, studi di posizionamento, messa a punto di strategie di penetrazione) ed azioni di promozione mirate rispetto ai tanti specifici mercati.

(fonte: Cia Piemonte)