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A Torino, il terzo polo lattiero caseario italiano


Nasce la Centrale del Latte d’Italia: il progetto di fusione per incorporazione della Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno (Mukki Latte) nella Centrale di Torino ha avuto il via libera dagli azionisti dell’azienda torinese. La nuova società sarà quotata al segmento Star di Borsa Italiana con inizio della negoziazione delle azioni entro il 30 settembre.
Con questa operazione nasce il terzo polo lattiero-caseario italiano, dopo Granarolo e Parmalat, con un fatturato di circa 200 milioni di euro, cinque stabilimenti produttivi e 430 dipendenti.
Il rapporto di concambio è di una nuova azione ordinaria Centrale del Latte di Torino ogni 6,1965 ordinarie Centrale del Latte Firenze. Non ci saranno conguagli in denaro.
E’ previsto inoltre lo scorporo dell’azienda Mukki e il conferimento in una nuova società ‘Centrale del Latte della Toscana’, interamente controllata da Centrale del Latte d’Italia, con sede legale ed operativa a Firenze: l’obiettivo è “garantire la tutela del sito produttivo, la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e il consolidamento patrimoniale”. L’azionariato di Centrale del Latte d’Italia sarà composto da Finanziaria Centrale Latte Torino con il 36,99%, Comune di Firenze con il 12,25%, Fidi Toscana (Finanziaria Regione Toscana) con il 6,83%, Comune di Pistoia 5,26%, Lavia 3,99%, famiglia Luzzati 2,56%, Camera di Commercio di Firenze 2,31%, Comune di Livorno 0,97% e altri azionisti con il 28,84%.
L’assemblea della Centrale del Latte di Torino ha anche approvato l’attribuzione del voto maggiorato ai titolari di azioni ordinarie detenute per un periodo continuativo non inferiore a ventiquattro mesi, a decorrere dall’iscrizione nell’elenco che sarà istituito, per incentivare i propri azionisti a un investimento di medio-lungo termine, nell’ottica di fidelizzazione e di favorire il loro coinvolgimento nelle scelte decisionali della società post fusione. Via libera anche alla modifica del numero massimo dei consiglieri che passa da 11 a 14 e all’autorizzazione all’acquisto e alla disposizione, per un periodo di 18 mesi, di azioni proprie “per cogliere nuove opportunità sul mercato con operazioni carta su carta e migliorare la liquidità del titolo e le efficienze di mercato”.

(Fonte: Ansa)