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A Peveragno, la lezione della fragola sostenibile


E’ appena stato inaugurato il mercato della fragola a Peveragno, nella struttura della vecchia cooperativa, che l’amministrazione comunale ha provveduto a sistemare per la nuova stagione fragolicola. L’assessore all’agricoltura di Peveragno, Antonietta Garro, all’apertura ha voluto sottolineare che l’intera amministrazione si è accollata l’onere di rispondere nei fatti alle richieste dei produttori non solo di Peveragno ma del più vasto territorio attorno alla Bisalta.
“La fragola – ha sottolineato l’assessore – è ormai parte essenziale della cultura e dell’immagine comunale; in tante manifestazioni l’amministrazione fa riferimento a quel prodotto come riconoscimento ad intere generazioni di peveragnesi che hanno riversato sulla fragola conoscenze ed abilità che resistono nel tempo e non devono andare perdute, anzi ultimamente sono riprese da giovani che hanno fatto ritorno all’agricoltura indirizzando l’azienda proprio su quel prodotto.
Presente all’inaugurazione Cinzia Garro, produttrice di fragole e presidente della locale Pro Loco, la quale ci illustra le novità colturali e le iniziative in cantiere in previsione dell’ormai imminente “Sagra della fragola di Peveragno”.
“Il consumatore – ci informa Cinzia – chiede sempre di più una fragola gustosa, dolce e consistente. Giustamente richiede qualità unita alla salubrità, elementi imprescindibili che i produttori delle fragole del territorio della Bisalta garantiscono da tanti anni e che sono l’elemento di forza del loro prodotto. L’aspetto della sostenibilità, insomma, è al centro della loro attenzione, senza questo elemento l’azienda agricola non può andare avanti. E’ importante perseguirla sia dal punto di vista economico che ambientale, ben sapendo che sono due binari che ad un certo punto si devono unire, consentendo un giusto compenso al produttore. Amministratori comunali, organizzazioni agricole, centri di ricerca che operano sul territorio hanno sempre insistito affinché la scelta dell’agricoltore fosse quella di coltivare la fragola in modo sostenibile e specializzato. Solo così è possibile puntare ad una crescita della marginalità del profitto. Per rimanere competitivi è necessario puntare al prodotto di qualità. Tuttavia è necessario ricordare che serve un opportuno equilibrio tra qualità e quantità”.
Cinzia Garro conosce bene l’argomento, da anni la sua famiglia produce fragole ed è impegnata in prima fila nella tutela ambientale. Ama disquisire, quindi, su tale aspetto avendone notevole padronanza.
“Sistemi agricoli ed ecologici – rileva Cinzia – sono intimamente connessi e l’attività agricola li concreta in sé.
Durante il secolo scorso, l’agricoltura si è intensificata caratterizzandosi sia nella crescente dipendenza da fattori esterni sia nella conversione delle coperture del suolo. Sebbene tale processo abbia incrementato la produttività, la sostenibilità di numerosi agroecosistemi è stata compromessa. L’agricoltura di tipo intensivo, basata su un forte apporto della chimica è una delle cause principali dei cambiamenti climatici, direttamente responsabile di circa il 14 per cento delle emissioni di gas serra a livello globale. È, inoltre, indirettamente responsabile di un ulteriore 30 per cento di emissioni, attraverso la conversione delle foreste in terre coltivabili, la produzione di fertilizzanti e il trasporto e la trasformazione degli alimenti.
Tutto ciò ha portato ad oggi ad una situazione particolarmente critica, che richiede una riorganizzazione del settore agricolo al fine di recuperare la sostenibilità venuta meno. La sfida per il futuro è il bilanciamento delle questioni bio-fisiche con quelle socio-economiche per promuovere lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura.
Per meglio progettare e gestire agroecosistemi sostenibili è quindi necessario adottare un approccio multidimensionale capace di associare le caratteristiche agroecosistemiche alla gestione sostenibile”.
In occasione della 56.a Sagra della fragola è stato organizzato un incontro tecnico proprio sul tema “sostenibilità” in agricoltura e, specificatamente, in fragolicoltura.
“Nel convegno che si terrà nella serata di martedì 11 giugno a Peveragno- informa Cinzia Garro – in collaborazione con DISAFA, dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino, si analizzerà la filiera della fragola Peveragno come un esempio virtuoso di produzione a impatto Zero, tanta CO2 si consuma nel processo produttivo della fragola, tanta se ne cattura con le superfici boschive presenti sul territorio, producendo dati concreti. Si analizzeranno gli aspetti economici della coltura, i costi di produzione, le ricadute sul territorio e si analizzeranno gli aspetti sociali : la storia, la tradizione, la realtà di chi oggi produce, l’illustrazione di una ricerca tutt’ora in corso”.

(nella foto: Cinzia Garro)