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A Benevello le richieste del settore corilicolo


Novantamila tonnellate prodotte in Italia nel 2011, 34mila quelle importate e 4mila le esportate. A livello regionale oltre 15mila ettari coltivati solo nel 2010 (quasi il doppio rispetto a 30 anni fa) e 165mila quintali forniti pari al 14% dell’intera quota di produzione a livello nazionale. Di questi, il 70% proviene dalla provincia di Cuneo, che contribuisce per il 60% alle oltre 8mila aziende corilicole registrate in Piemonte nel 2010. Questi i dati più significativi emersi giovedì 29 e venerdì 30 novembre a Villa d’Amelia di Benevello al tavolo di lavoro “Il nocciolo oggi…ma soprattutto domani. Nuove prospettive di sviluppo della coltivazione”, organizzato dall’assessorato regionale all’Agricoltura con le associazioni di produttori Ascopiemonte e Piemonte Asprocor oltre a vertici del Ministero. Un incontro per analizzare lo stato di salute e le prospettive di sviluppo della corilicoltura in Italia e in particolare in Piemonte.
“Il settore corilicolo è in crescita ma va curato e ampliato – spiega Gianluca Griseri, responsabile tecnico dell’Ascopiemonte -. Ci sono molte possibilità di sviluppo di tutta la filiera corilicola nazionale e in particolare piemontese. Oggi il nocciolo rappresenta una valida alternativa, alle classiche coltivazioni, dal punto di vista produttivo, economico e occupazionale. È una cultura di facile realizzazione, con bassi costi d’impianto e conduzione. Sono stati acquistati macchinari e realizzati nuovi impianti, ma c’è la necessità di trovare nuovi fondi per sviluppare le nostre aziende, che hanno bisogno di crescere in qualità, in quantità, ma soprattutto in capacità di stare sui mercati in forma aggregata. Questo incontro vuole essere l’inizio di un progetto di sviluppo della coltivazione del nocciolo in Italia, in cui tutta la filiera è chiamata a dare il proprio contributo”. Presenti a Benevello rappresentanti dell’assessorato regionale, del Ministero dell’Agricoltura e i vertici di Ismea e Unaproa. Per Gianfranco Latino, della direzione Agricoltura Regione Piemonte, “il nocciolo necessità di nuovi piani regionali e politiche di sviluppo”. Alberto Manzo del Ministero dell’Agricoltura ha illustrato i 13 progetti finanziati dal ministero per un importo di oltre 2milioni di euro. Egidio Sardo, direttore generale Ismea, evidenziando gli strumenti per valorizzare le potenzialità del settore e migliorare la posizione sul mercato, ha messo in luce come a livello nazionale il fabbisogno dell’industria sia coperto per il 75%. L’incidenza del Piemonte è del 10% con un valore della produzione pari a 26,6 milioni di euro.
Tra le richieste delle Op, illustrate dal direttore di Unaproa Stefano Franzero, un progetto di sviluppo che metta la coltivazione del nocciolo in primo piano, con un impegno straordinario da parte di tutte le regioni interessate alla coltivazione; favorire il primo insediamento; richiesta di risorse per la realizzazione di nuovi impianti, nonché l’estirpo ed il reimpianto di quelli vecchi e non più produttivi; risorse per l’acquisto di terreni, miglioramenti strutturali, acquisto macchinari innovativi da utilizzare nelle diverse fasi della filiera; attivare le procedure per facilitare l’accesso al credito; complementarietà delle risorse e degli investimenti realizzabili con fondi Ocm, Psr e Ismea e individuazioni di possibili risorse anche per aziende già costituite con titolari di età oltre i 40 anni. Richieste raccolte dall’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto: “Come Regione negli ultimi due anni abbiamo investito per migliorare le performance di mercato migliorando il parco macchine delle Op regionali. Con il prossimo periodo di programmazione del Psr 2014-2020 dovremo essere bravi a introdurre nuove misure per incrementare la produzione, viste le elevate richieste di prodotto in primis da parte dell’industria”.