Sezioni


Il piano sui fitofarmaci nuovo adempimento inutile?


Con l’attuazione del Piano di azione nazionale (Pan), applicativo del decreto legislativo 150/2012 sull’uso dei fitofarmaci che recepisce la direttiva europea in materia, diventerà obbligatoria dal 1° gennaio prossimo la difesa fitosanitaria a basso apporto di agrofarmaci.
Per il Piemonte si tratta di un’ulteriore tappa del percorso verso un’agricoltura ecosostenibile, iniziato negli anni ’70 e proseguito fino ad oggi con la creazione da parte della Regione di un sistema di servizi di assistenza tecnica, progressivamente accresciuto negli anni, per accompagnare le aziende agricole nel loro sforzo di adeguamento nella direzione delle produzioni a basso impatto ambientale.
C’è però il rischio che il Pan costituisca per le aziende un ennesimo adempimento burocratico oltre che un aggravio di costi, senza un’efficacia sostanziale a loro vantaggio. Per fare chiarezza su questi aspetti, Confagricoltura Piemonte, in collaborazione con l’Accademia di Agricoltura di Torino e con il patrocinio della Regione Piemonte, ha organizzato ieri a Torino il convegno “Agricoltura sostenibile: l’esperienza della Regione Piemonte tra passato, presente e futuro”.
Aprendo i lavori, il presidente Gian Paolo Coscia ha sottolineato che “siamo in presenza di un provvedimento fortemente sbilanciato sul lato ambientale, che pone a carico del settore agricolo obblighi molto pesanti, senza tenere conto delle indicazioni contenute nella direttiva europea, secondo la quale, insieme al minore rischio per l’ambiente e per la salute umana, bisogna garantire anche la sostenibilità economica e la qualità delle produzioni”.
A sua volta, Pietro Piccarolo, presidente dell’Accademia di Agricoltura, ha aggiunto che “la lotta integrata è essenziale e sta dando risultati interessanti, ma non possono essere sottovalutati gli agrofarmaci, evitando restrizioni ulteriori nel loro uso per non compromettere la difesa fitosanitaria”.
Le ricadute del Pan sul sistema agricolo piemontese sono state al centro della relazione di Caterina Ronco, dirigente dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, che ha anche evidenziato le difficoltà a mantenere un sistema di servizi alle aziende per carenza di risorse, proprio mentre l’applicazione delle nuove norme richiederebbe un suo potenziamento.
I riflessi del Pan sulle misure agroambientali del nuovo Psr sono stati trattati da Giovanni Scanabissi, funzionario regionale, mentre un excursus sullo sviluppo dell’assistenza tecnica alle aziende è stato compiuto da Ivano Scapin dell’Accademia di Agricoltura. Ancora sulla difficoltà a mantenere gli standard del passato e sulle esigenze di adeguamento a quelli previsti dalle normative europee e nazionali per i servizi fitosanitari, si sono soffermati Giacomo Michelatti, responsabile del Settore fitosanitario regionale, e Alba Cotroneo, funzionaria del medesimo Settore.
L’importanza del supporto dei dati agrometeorologici per la difesa integrata e di quella dei servizi agrochimici, sono state poste in rilievo da Federico Spanna e da Giancarlo Bourlot, funzionari del Settore fitosanitario. Il punto di vista delle organizzazioni agricole è stato presentato da Tommaso Mario Abrate, presidente di Fedagri-Piemonte (“Nel mercato globale saremo costretti ad un confronto impari con concorrenti non vincolati dalle restrizioni che ci sono imposte”), Lodovico Actis Perinetto, vicepresidente di Cia Piemonte (“Va combattuto l’assioma infondato secondo cui la chimica non serve alle nostre produzioni”), Franco Parola, funzionario di Coldiretti Piemonte (“Il Pan è criticabile nel metodo per aver volutamente rinunciato all’apporto delle rappresentanze agricole e nel merito per non aver considerato le peculiarità territoriali”) ed Ezio Veggia, vicepresidente nazionale di Confagricoltura (“Attenzione ad aggiungere oneri e complicazioni a carico degli agricoltori perché il sistema non regge. Anche per il Pan il problema irrisolto di fondo è quello delle risorse ed è illusorio il riferimento ai fondi della nuova Pac già fortemente decurtati”).
Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Vittorio Viora, vicepresidente dell’Accademia di Agricoltura, il quale, augurandosi che non si disperda il prezioso patrimonio costituito dai servizi di assistenza tecnica, ha rimarcato che “per l’agricoltura la sostenibilità non può essere solo ambientale, ma deve essere tale necessariamente anche sul piano economico, oltre che su quello degli adempimenti burocratici”.