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Ticchiolatura, scampato pericolo, grazie al Creso


Della ricerca si parla, purtroppo, soltanto più a proposito di tagli alla spesa, quasi come fosse un peso, spesso mal sopportato, soprattutto in tempo di crisi.
Eppure i risultati ci sono, eccome. Lo fa sommessamente notare, in stile di sobrietà sabauda, il presidente del Centro ricerca e sperimentazione ortofrutticola (Creso) di Manta, Michele Quaglia, che attribuisce proprio alla professionalità dei tecnici del suo istituto gran parte del merito dello scampato pericolo della ticchiolatura nel Cuneese.
Quest’anno la devastante malattia delle mele ha decimato i frutteti di blasonate regioni frutticole nazionali, a partire dalle zone di Trento e Bolzano, ma non ha praticamente torto una foglia alle piante sotto il Monviso. Come mai?
«Il collaudatissimo sistema di assistenza del Creso è stato senza dubbio determinante – osserva Quaglia -, i frutticoltori sono informati in tempo reale della situazione e sono in grado di intervenire nei modi e nei tempi individuati dai tecnici, a qualsiasi ora del giorno o della notte. La tempestività degli interventi in questi casi è fondamentale. Con gli anni abbiamo affinato modelli di analisi e azione che ci permettono di ottenere il massimo dei risultati, con il minimo sforzo, inteso come quantità e qualità di trattamenti. Il passaggio strategico è individuare con precisione il picco di infezione. E poi ci vuole la professionalità del frutticoltore, ma anche questa è fuori discussione».
Tradotto in euro, cosa vuol dire?
«Beh… Sappiamo, ad esempio, che in Trentino il 20 per cento della produzione ha subito il 90 per cento di danno. Vuol dire che quella frutta viene praticamente destinata all’industria, a pochi centesimi al chilo… In pratica, sulla ticchiolatura “ballano” milioni di euro».
E in Piemonte?
«Grosso modo si tratta di una produzione intorno a un milione e mezzo di quintali – fa il conto il direttore del Creso, Silvio Pellegrino -, non meno di 150 milioni di euro all’anno. Se tutti insieme riusciamo a impedire che la ticchiolatura se la porti via, anche solo in parte, quello che si “risparmia” in termini di danno è sotto gli occhi di chiunque. Dopo di che, non tocca a noi fare i ragionieri. Noi pensiamo alla ricerca, perché siamo certi che stia dando ottimi frutti».