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Come migliorare gli allevamenti suinicoli


Un recente, interessante studio del CRPA (Centro Ricerche Animali) di Reggio Emilia, affronta il tema dell’utilizzazione dell’azoto alimentare nell’allevamento suinicolo e la sua efficienza. Un argomento che interessa non poco i suinicoltori cuneesi in quanto è messo in evidenza che la parte di azoto che l’animale non riesce a utilizzare viene eliminata con le feci (circa il 25%) e con le urine (75%). La conseguenza che ne deriva è che quest’ultima quota è quella a maggior rischio ambientale, perché costituita da forme altamente solubili (NH4+) e quindi più pericolose per l’inquinamento delle acque e dell’aria, ma è anche quella più facilmente controllabile attraverso un bilanciamento della proteina nella dieta somministrata agli animali. Dimostrazione, quindi, dell’esistenza di una relazione diretta tra livello proteico degli alimenti e quantità di azoto liberata nell’ambiente.
Il CRPA ha in corso questo progetto finalizzato al contenimento dell’azoto escreto dai suini per ridurre l’inquinamento delle acque dovuto all’azoto di origine agricola. L’approccio è quello dimostrativo, per aiutare gli agricoltori a introdurre le migliori tecniche disponibili nella pratica aziendale verificando nel contempo la loro sostenibilità economica, se non addirittura la convenienza. Ritengo molto interessante ed utile agli allevatori lo studio sulla riduzione dell’apporto proteico nella razione, che permetterebbe di migliorare l’efficienza di ritenzione dell’azoto pur mantenendo gli stessi livelli di produttività, abbassando di conseguenza i costi di produzione. Il CRPA ha individuato tre aziende suinicole dimostrative, localizzate in provincia di Cuneo, Reggio Emilia e Mantova, ed in queste sono state quantificate le escrezioni di azoto derivanti dalle razioni normalmente utilizzate. La resa dell’azoto è risultata compresa tra il 30 e il 26,5%, mentre l’azoto al campo per posto ingrasso/anno arriva a superare gli 11 kg. Quest’ultimo dato è superiore di circa il 13% a quello della media nazionale prevista dalla normativa vigente sulla tutela delle acque dall’inquinamento, ma è generalmente giustificato dal fatto che nella fase di finissaggio del suino pesante l’indice di conversione degli alimenti diminuisce. I margini di manovra sulla razione alimentare sono quindi ampi. Attualmente si stanno sperimentando mangimi con una riduzione del 10% nel tenore di proteina grezza sulla sostanza secca. I risultati delle prove sono positivi, con un abbassamento consistente dell’azoto escreto ed un calo dei costi.
Per spiegare i miglioramenti ottenuti e come ottenerli nel proprio allevamento, durante i mesi estivi il CRPA organizzerà, presso le aziende dimostrative, alcuni incontri aperti a tutti i suinicoltori. Per mezzo di questo giornale terremo informati i suinicoltori cuneesi sulla data dell’incontro in provincia al fine di organizzare la partecipazione.

Renato Silvestro, Cia Cuneo