Frutta, una filiera da ripensare. Il punto sulla crisi del comparto, sabato 31 agosto all’inaugurazione della Fiera di Saluzzo
Non dà segni di cedimento la pesante crisi di mercato che sta investendo la frutticoltura cuneese.
Da un lato ci sono operatori commerciali che sottopagano la frutta agli agricoltori senza alcun beneficio tangibile per i consumatori e industriali che addirittura interrompono i ritiri di frutta destinata alla trasformazione, dall’altro ci sono aziende agricole che non smettono di programmare innovazioni e investimenti per garantire il futuro che la frutticoltura Made in Cuneo merita e per offrire ai consumatori qualità e sostenibilità.
Di criticità e prospettive future del comparto frutticolo, Coldiretti Cuneo discuterà nel convegno di apertura dell’11esima edizione nazionale della Mostra della Meccanica agricola a Saluzzo, organizzato dalla Fondazione Amleto Bertoni.
L’evento, in programma al Foro Boario sabato 31 agosto alle ore 9.45, sarà un importante momento di confronto per fare il punto sulla crisi e illustrare le iniziative che Coldiretti ha attivato dal convegno torinese su frutta e legalità dello scorso giugno ad oggi.
“Negli ultimi mesi – dichiara il delegato confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo – abbiamo acceso i riflettori su una filiera della frutta gravemente malata. È essenziale una diversa consapevolezza da parte di tutti gli attori per invertire la rotta, perché di questo passo a rimetterci sarà l’intera economia del territorio, non soltanto i produttori agricoli”.
“Per una vera svolta – spiega Moncalvo – occorre maggiore trasparenza, quella che potrà portare l’Osservatorio regionale dell’ortofrutta che, insieme alla Fondazione contro le Agromafie, abbiamo proposto alla nuova Amministrazione regionale, ottenendo l’impegno per un’attivazione in tempi brevi. E occorre promuovere nuovi positivi accordi di filiera, sulla scia di quelli che stiamo già costruendo con gli industriali, i commercianti e la GDO che credono in un nuovo modo di fare impresa, senza dimenticare la necessità che il nostro Paese favorisca l’apertura di nuovi mercati internazionali”.