In provincia di Cuneo è terminata la raccolta della “batata buona”, la patata dolce americana importata da Cristoforo Colombo
4 dicembre 2018
Il progetto “Batata Buona” per lo sviluppo, la promozione, valorizzazione e tutela della coltivazione della Batata o patata dolce americana nelle terre miti della bassa Valle grana (Caraglio-Bernezzo-Cervasca), si espande.
Sono terminate le cavature di questo salutare prodotto da parte dei dieci produttori sperimentali (Az. Bio Agricola Serra Debora di Bernezzo, Az. Bio Agricola Armando Ornella- Caraglio, Az. Agricola Giordano Maurilio – Caraglio, Az. Agricola Marchiò Nadia – Caraglio, Az. Agricola Lerda Diego – Caraglio – A. Agricola Matteo Chesta – Bernezzo, Az. Agricola Giordanengo Gabriella – Caraglio, Az Ag Beccaria Marco – Caraglio, Az. Ag. Ivana Berardo Caraglio, Lucio Alciati Caraglio ), che hanno aderito al suddetto progetto, con ottimi risultati qualitativi.
Per ora piccole quantità, coltivate nel pieno rispetto dell’ambiente, ma alcune già presenti in commercio (ad esempio mercati contadini di Caraglio, Cuneo ecc. e negozi di alimenti naturali), per testare il gradimento dei consumatori.
I primi riscontri sono favorevoli e alimentano reali speranze per lo sviluppo di una sua coltivazione sostenibile ed economicamente valida.
Ma cos’è la Batata?
Appartiene alla famiglia delle convolvolacee (Ipomea Batatas) ed è originaria dell’America del Sud.
Fu importata, in Europa, da Cristoforo Colombo assieme alla patata e al topinambur.
Prove di coltivazione, in Piemonte, furono intraprese ad inizio 1900 presso l’orto botanico di Torino e notizie storiche testimoniano la sua coltivazione, sempre agli inizi del 1900, nel Nizzardo.
La Batata è ottima in cucina per il suo gusto che ha sentore di castagna e, da vari studi, è considerata utilissima alleata della salute perché contiene sostanze antiossidanti (antiaging), vitamine e Sali minerali. E’ squisita cruda in fresche insalate, buona per ricette salate (come le normali patate) e dolci . Superba al cartoccio, in forno. Ha una elevata capacità produttiva, basso costo di impianto, e bassissimo impatto ambientale per le poche attenzioni colturali meccanizzate.
E’ molto ricercata dai sempre più numerosi consumatori salutisti.
Infatti il CNR (Centro Nazionale di Ricerche) di Padova e l’Università di Vienna hanno accertato la presenza, specialmente nella buccia rossa della batata (per cui sarebbe meglio consumarla cruda e con la buccia in insalata), del Cajapo, una sostanza in grado di ridurre la glicemia e il colesterolo (risultati pubblicati su Diabetes Care). Inoltre apporta benefici nella cura all’ipertensione.
Le prove di propagazione e di coltivazione sono iniziate nel 2010 nel territorio della bassa Valle Grana a Caraglio e la seguente divulgazione colturale presso alcune aziende aderenti al progetto, ha portato, dallo scorso anno (2017) le prime produzioni commerciabili di qualità e peculiarità uniche e originali.
Sono meno zuccherine e di gusto più delicato per le caratteristiche pedo-ambientali di questo territorio posto ai piedi delle Alpi.