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Mercoledì 2 maggio l’Unione Europea presenta il conto all’agricoltura: ecco cosa potrebbe accadere


Mercoledì 2 maggio la Commissione europea presenterà le proposte sul quadro finanziario pluriennale post-2020. Secondo quanto emerge dalle bozze dei regolamenti sulla futura politica agricola comune (200 pagine tra norme su aiuti diretti e sviluppo rurale, organizzazione dei mercati e regole “orizzontali”) che tengono conto del riequilibrio finanziario in base al quale verrebbero ridotti gli stanziamenti per i fondi di coesione e per l’agricoltura a fronte di maggiori aiuti per i programmi di ricerca e sviluppo, verrebbe fissato un tetto massimo di 60.000 euro l’anno, per controbilanciare il taglio del 6% dei fondi per la Pac. I testi delle bozze di regolamento sono all’esame dei servizi della Commissione europea e potrebbero subire modifiche; per questo Copa Cogeca e le organizzazioni agricole dei vari Paesi dell’Unione sono al lavoro per contrastare iniziative che potrebbero mettere in gravissima difficoltà l’agricoltura europea.

Il presidente degli agricoltori francesi – FNSEA Christiane Lambert e il presidente degli agricoltori tedeschi – DBV Joachim Rukwied, in una lettera congiunta al cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron hanno posto l’accento sul futuro delle aree rurali e dell’agricoltura in Europa.

I possibili tagli al bilancio agricolo – hanno scritto i due presidenti – “avrebbero un enorme onere sulle aree rurali e per le nostre aziende agricole”. I presidenti delle associazioni degli agricoltori francesi e tedeschi hanno invitato Merkel e Macron a non continuare la serie di tagli di bilancio degli ultimi 20 anni, evidenziando che “la politica agricola comune è un fattore di stabilità e potente spina dorsale delle zone rurali, che sono più che mai la base per un’Europa economicamente e politicamente stabile. Solo con una politica agricola comune dotata di risorse adeguate sarà possibile garantire parità di condizioni per tutti gli Stati membri dell’Unione europea”.

A Bruxelles Massimiliano Giansanti ha incontrato il presidente del Partito Popolare Europeo Joseph Daul (è un allevatore francese) e l’on. Laura Comi,  vicepresidente del gruppo PPE all’Europarlamento. Il presidente Giansanti ha manifestato grande preoccupazione per il negoziato sul budget comunitario, sottolineando la necessità di una visione europea della Pac e  auspicando il sostegno del Parlamento europeo su alcuni aspetti dirimenti, quali il limite massimo dei pagamenti e la necessità di una maggiore semplificazione. Per Confagricoltura questo sostegno è fondamentale non solo per grandi temi, ma anche per altri aspetti di minore importanza che hanno comunque un grande impatto sugli agricoltori, quali per esempio l’applicazione delle regole relative al taglio della coda dei suini, che coinvolge molti Paesi europei.

Joseph Daul si è detto fiducioso in una riduzione contenuta delle risorse destinate alla Pac in caso di aumento del contributo degli  Stati membri all’1,15% del bilancio europeo. “Gli eurodeputati – ha precisato il presidente del PPE – hanno l’obbligo morale di definire la posizione del PE sul futuro budget entro la legislatura, per lasciare poi al Consiglio l’approvazione finale. Senza un accordo sul budget, si rischierebbe una paralisi dell’UE per almeno un paio di anni”.

Secondo Confagricoltura per il quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea, dopo il 2020, si dovranno trovare risorse aggiuntive.  “Gli agricoltori europei e italiani – ha detto Giansanti – chiedono un bilancio più ambizioso per l’UE, con dotazioni finanziarie provenienti dalla combinazione di risorse europee e di contributi degli Stati membri, che potrebbero adeguatamente finanziare le nuove e vecchie sfide, le priorità politiche dell’UE e compensare le perdite causate dalla Brexi. I rappresentanti degli agricoltori europei – ha sottolineato Giansanti – concordano che non devono essere effettuati tagli alla spesa agricola, anche per permettere all’UE di raggiungere i propri ambiziosi obiettivi in materia di ambiente, competitività, crescita e occupazione”.

Il vertice agricolo del Copa Cogeca ha posto in evidenza come vi siano una serie di settori politici emergenti che necessitano di nuovi o maggiori finanziamenti per poter rispettare gli impegni assunti dall’Unione (per esempio la politica climatica e gli obiettivi di sviluppo sostenibile) o per affrontare nuove sfide (la politica per l’immigrazione).

“Per quanto riguarda la politica agricola, al Praesidium abbiamo concordato che deve restare comune e forte – ha ricordato il presidente di Confagricoltura – e per questo sono necessarie risorse adeguate e regole univoche. Ci opponiamo fermamente a qualsiasi taglio così come a qualsiasi forma di rinazionalizzazione e di cofinanziamento del primo pilastro della Pac. Così come dobbiamo evitare anche meccanismi di penalizzazione a carico delle imprese di maggiore dimensione come il plafonamento dei pagamenti diretti”.