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Vino e dazi, l’agricoltura torna merce di scambio?


Mentre commento positivamente l’annuncio che “i vini del Piemonte fanno brindare la Cina”, che le bottiglie italiane “valgono” l’8% del mercato di Pechino, che aumentano le vendite di vini cuneesi in quell’importante mercato orientale, esprimo la preoccupazione della Cia Cuneese per la decisione cinese di aprire un’indagine anti dumping nei confronti del vino importato, in risposta alla decisione comunitaria di imporre, dal mese di giugno, dazi ai pannelli solari cinesi.
Si sta ripetendo il deja vu di un’agricoltura di alto livello, come il comparto vitivinicolo, che produce eccellenza, riconosciuta in tutto il mondo, che diventa merce di scambio per prodotti industriali che hanno problemi di concorrenza.
Il mercato cinese sta diventando anche per l’agricoltura cuneese un interessantissimo sbocco per molte sue produzioni: i nostri agricoltori hanno avviato positive collaborazioni e scambio con regioni cinesi di grandi dimensioni e, quindi, non possono sacrificare i rapporti conquistati, non senza fatica e costi, su altari altrui. Non facciamoci del male e anzi preveniamo conseguenze negative. E’ noto, infatti, che, dal punto di vista economico, oggi un battito d’ala di farfalla in Cina può provocare da noi un disastro.

Roberto Damonte, presidente Cia Cuneo