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Via libera al vino novello che però segna il passo


Via libera, dal 30 ottobre, alla vendita delle circa 4 milioni di bottiglie di vino novello prodotte in Italia nel 2012, che potranno essere stappate secondo un calendario fissato per decreto. La commercializzazione del novello in Italia è stata anticipata quest’anno di sedici giorni rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese, che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre e cioè solo dal 15 di novembre.
Il vino novello però continua a perdere fascino e fan. In dieci anni si sono perse per strada ben 14 milioni di bottiglie, passando dal picco storico di 18 milioni raggiunto nel 2002 ai 4 milioni previsti nel 2012.
Anche nella nostra Regione una parte delle uve della vendemmia 2012, di vari vitigni, compresi Barbera e Dolcetto, è stata destinata alla produzione di vino novello. Il vino novello italiano, d’altronde, ha un’origine molto piemontese. Tra i primi in assoluto a produrre tale vino nel nostro Paese fu Angelo Gaja negli anni ’70.
Si stima che nella nostra Regione siano pronte per essere vendute meno di 150.000 bottiglie di vino novello che non è, come potrebbe sembrare, il vino nuovo, ma piuttosto il risultato di un attento e preciso processo di vinificazione, del tutto diverso da quello normale.
Qual è il segreto che sta dietro la produzione di un vino a poche settimane dalla raccolta dell’uva? La risposta sta nella macerazione carbonica: si riempie un contenitore di uva, lo si chiude ermeticamente per 7-8 giorni a una temperatura di circa 30°C, dopo averlo riempito con anidride carbonica in gas. L’uva che si trova sul fondo, schiacciata dal peso di quella sopra, inizia a fermentare producendo alcol e anidride carbonica, che satura l’ambiente provocando la fermentazione degli strati superiori. Si formano così profumi fruttati intensi, che ricordano la fragola e il lampone. A quel punto tutta l’uva viene pigiata e posta nel tino di fermentazione, dove, in due o tre giorni, terminerà la trasformazione degli zuccheri in alcol.
Il vino ottenuto matura in poco tempo: deve essere imbottigliato entro dicembre e bevuto entro pochi mesi.
Affinché possa essere chiamato novello, il vino deve essere prodotto con l’utilizzo della macerazione carbonica per almeno il 30% dell’uva, mentre il restante 70% può essere vinificato con il metodo tradizionale.
Ci sono anche vini novelli prodotti “in purezza “ con l’utilizzo della macerazione carbonica per il 100% delle uve.