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Trinciato di mais produzioni fuori norma


Una Primavera favorevole alle semine, il bel tempo al momento giusto e poi, da giugno ad agosto, la pioggia almeno una volta alla settimana, hanno determinato una produzione di trinciato di mais fuori dalla norma, tali da far considerare il 2014 come un’annata eccezionale.
Agricoltori che non si erano mai sognati di fare trinciato hanno scelto questa soluzione all’ultimo momento, preoccupati per le basse quotazioni della granella, e hanno deciso di vendere il mais in campo, risparmiando il costo della trebbiatura.
Dappertutto i riscontri di campo parlano di incrementi delle rese rispetto allo anno scorso. Nella nostra Regione si parla di una resa media di mais da trinciato superiore ai 600 quintali per ettaro. In diverse zone sono stati superati i mitici 700 quintali per ettaro. In alcune zone la produzione di trinciato ha superato addirittura gli 800 quintali per ettaro. Anche in collina non irrigua, dove solitamente ci si fermava a 300, sono stati quasi sempre superati i 550 quintali per ettaro.
Nonostante le alte rese, il fatto che molti agricoltori abbiano optato per il trinciato di mais, invece che per la granella, è un ulteriore segnale della crisi della nostra maidicoltura che la politica italiana, ma anche le rappresentanze del mondo agricolo, devono incominciare ad affrontare in modo serio e razionale.
Negli ultimi dieci anni la coltura del mais in Italia ha perso oltre 400.000 ettari, vale a dire quasi un terzo della superficie. Le recenti statistiche diffuse dalla Commissione Ue pongono l’Italia al quarto posto in Europa nella coltivazione di mais da granella, dopo Romania, Francia ed Ungheria. Dieci anni fa eravamo secondi ed eravamo autosufficienti. Nel 2013 le importazioni di mais hanno raggiunto il 37,5% della domanda totale.
Il mais è il cereale d’elezione nella zootecnia moderna, da cui dipende non solo la produzione di importanti alimenti di base, quali la carne e il latte, ma anche di molti importanti prodotti trasformati che sono l’orgoglio del made in Italy. La crisi della maidicoltura potrebbe avere effetti molto negativi sul nostro sistema agroalimentare.

(Fonte: Cia Piemonte)