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Strage di giovani imprese ma l’agricoltura si salva


La crisi ha provocato in Italia una strage in un solo anno di ben 26 mila imprese condotte da giovani under 35 anni in tutti i settori produttivi. E’ quanto è emerso dall’analisi illustrata dai giovani della Coldiretti al Festival Nazionale di Campagna Amica, nell’ambito del premio Oscar Green.
Sono quasi 697 mila le imprese under 35 che hanno resistito alle difficoltà economiche, la maggioranza delle quali opera nel commercio e nei servizi di alloggio e ristorazione (251mila), nel manifatturiero e nelle costruzioni (182mila) e nell’agricoltura (62mila), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere relativi al primo gennaio 2012.
L’agricoltura si colloca dunque sul podio delle attività di impresa preferite dai giovani e mostra un segnale incoraggiante di inversione di tendenza con un aumento del 4,3 nel numero di imprese individuali nel secondo trimestre del 2012. Una ripresa che non si era mai verificata prima e che conferma le caratteristiche anticicliche di un settore che è tornato ad attrarre i giovani.
Dall’indagine Coldiretti/Swg svolta su giovani agricoltori con meno di 30 anni di età emerge che il 36,5 per cento ha una scolarità alta (specializzato, laureato, laureando), il 56 per cento media (scuole superiori) e il 6,5 per cento bassa (scuole medie). Un’inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico con gli Istituti Agrari che hanno aumentato dell’11 per cento il proprio peso percentuale sul totale di iscritti, mentre sono scesi quelli dei Licei, secondo i dati 2012 del Miur.
“In un momento in cui il mercato del lavoro è in crisi ed è venuta meno la stessa idea che l’industria possa dare a tutti un posto, con le situazioni drammatiche cui stiamo assistendo in queste settimane – sottolinea il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Vittorio Sangiorgio – l’agricoltura moderna e multifunzionale consente oggi ai giovani di avviare un’attività imprenditoriale nella quale esprimere le proprie idee e il proprio vissuto di esperienza e cultura”.
“L’inversione di tendenza è la dimostrazione che il settore agricolo si è rigenerato con una classe di giovani di imprenditori che non si è arroccata, come spesso accade nei momenti difficili, nella difesa dell’esistente, ma si è impegnata con successo nel capire e soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori – afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini -. Sono queste le realtà che aumentano le chance dell’Italia per uscire presto dalla crisi e ci inducono a guardare con più ottimismo al futuro”.