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Stop alla patata geneticamente modificata


Lo stop alla patata geneticamente modificata è accolto positivamente da 8 cittadini su 10 (76 per cento) che sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) nell’agricoltura in Italia, dove si è giustamente fatta la lungimirante scelta di non coltivare biotech.
Coldiretti commenta positivamente la decisione del Tribunale dell’Unione Europea di annullare le autorizzazioni della Commissione UE per l’immissione in commercio della patata Ogm Amflora della Basf poiché secondo la sentenza di Lussemburgo sono state violate le norme procedurali per l’autorizzazione degli ogm nell’UE.
Con questa decisione, nonostante le proprietà propagandate dalle grandi multinazionali che producono Ogm, sono rimasti solo cinque su ventisette i paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm nell’Unione Europea, con appena 129 mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2012. Una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA. Gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy.