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Si accorpano gli istituti di ricerca agroalimentare


Il nuovo soggetto giuridico che nascerà dall’accorpamento degli enti collegati Inea (Istituto nazionale di economia agraria) e Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), avrà natura anche di ente nazionale di ricerca e sperimentazione, con gli stessi accreditamenti che oggi ha il Cra.
Le notizie relative, quindi, ad un presunto annullamento dell’attività di ricerca, e del relativo riconoscimento anche internazionale, sono prive di fondamento.
L’accorpamento avrà al contrario una triplice finalità: rilanciare e dare futuro alla ricerca in campo agroalimentare, valorizzare le analisi economiche del comparto anche in chiave di supporto all’innovazione e alla competitività delle imprese, razionalizzare la spesa pubblica.
Gli obiettivi dell’operazione sono quindi proprio quelli di poter garantire e rilanciare le aree di intervento e di azione dei due enti, con un maggiore collegamento alle esigenze del mondo produttivo italiano e non solo. Verranno tutelate le posizioni dei lavoratori e valorizzate competenze e professionalità interne per dare risposte concrete ad un settore come quello agroalimentare che necessita fortemente di un soggetto autorevole e di riferimento nel campo della ricerca e dello studio economico.
La decisione del Governo di unificare gli istituti, come previsto dalla Legge di Stabilità, risponde poi ad un’analisi puntuale dei costi e delle situazione debitorie.
“Chi parla di chiusura del mondo della ricerca in agricoltura – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – non coglie il senso della nostra operazione. Unire Cra e Inea vuol dire creare un nuovo soggetto forte, professionale e competente in grado di dare supporto alle migliaia di aziende agricole e alimentari che sono protagoniste del successo del Made in Italy. Vuol dire soprattutto dare garanzie per il futuro. Vogliamo fare un passo avanti deciso per rilanciare le nostre attività soprattutto nel campo della ricerca, dove l’Italia dovrà essere protagonista a livello europeo e globale, anche utilizzando al meglio i fondi di Horizon 2020 dell’Ue”.