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“Senza voucher si incentiva il sommerso”


Occorre individuare immediatamente uno strumento ad hoc che sostituisca i voucher e che tenga conto delle specifiche caratteristiche di stagionalità dell’agricoltura come avviene in tutti Paesi dell’Unione Europea.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione del consiglio dei Ministri di cancellare i voucher anche in agricoltura dove erano stati per la prima volta introdotti nel 2008 nella vendemmia proprio per le peculiarità dell’offerta di lavoro.

L’agricoltura nell’attività di preparazione dei terreni, di semine e trapianto di raccolta di ortaggi, frutta e uva è condizionata dagli andamenti climatici sempre piu’ imprevedibili ed ha bisogno – sottolinea la Coldiretti – di strumenti che tengano conto di queste caratteristiche.

Con la cancellazione dei voucher – continua la Coldiretti – si mettono a rischio le produzioni agricole e si perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il proprio reddito 50 mila giovani studenti, pensionati e cassa integrati impiegati esclusivamente in attività stagionali che in agricoltura ne sono gli unici possibili beneficiari. A differenza degli altri settori l’utilizzo dei voucher in agricoltura è rimasto pressochè stabile negli ultimi anni con circa 2 milioni di buoni venduti per un totale di 350mila giornate di lavoro che – sottolinea la Coldiretti – hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne. Si perde uno strumento che – conclude la Coldiretti – ha consentito nel tempo di coniugare gli interessi dell’impresa agricola per il basso livello di burocrazia con la domanda di lavoro di giovani studenti e pensionati in cerca di un reddito occasionale da percepire in forma corretta.

“La cancellazione totale dei buoni lavoro rischia di favorire il lavoro illegale, fortemente combattuto dalla nostra Organizzazione – fa notare Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte –: i voucher, infatti, hanno aiutato ad avvicinare in modo trasparente al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti pensionati, offrendo loro un’opportunità di integrazione al reddito”.

A livello nazionale, in campo agricolo sono stati venduti, nell’ultimo anno, circa 2 milioni di voucher per un totale di 350 mila giornate di lavoro.

“In Piemonte, il numero annuo si attesta sui 200 mila voucher e vengono utilizzati soprattutto nelle province di Cuneo, Alessandria, Asti e Torino – spiega il delegato confederale Bruno Rivarossa –; quella dei buoni lavoro è una formula assolutamente sostenibile per l’agricoltura che, oltretutto, è stata utile a colmare un vuoto che, prima della loro introduzione, era presente. I voucher – ricorda Rivarossa – erano nati proprio in agricoltura, nel 2008, per la vendemmia allo scopo di semplificare e snellire le procedure”.