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Riprende quota il prezzo del mais?


La coltura del mais in Italia ha messo a segno uno straordinario sviluppo della produttività, passando da produzioni di poco inferiori a 20 q.li per ettaro fino agli anni ’50, prima dell’avvento degli ibridi, a rese medie superiori ai 90 q.li degli ultimi vent’anni.
In questi ultimi anni i coltivatori hanno pero’ perso un po’ di entusiasmo per la coltura del mais, trovandosi ad affrontare una serie di difficoltà come la questione nitrati, la limitazione delle conce, la comparsa della Diabrotica e la presenza di micotossine, che si sono aggiunte alle frequenti crisi di mercato ed alle annate troppo siccitose o piovose.
A causa della disaffezione degli agricoltori, le superfici coltivate a mais stanno diminuendo e la bilancia commerciale italiana ha visto le importazioni balzare in dieci anni da un fisiologico valore del 5% ad oltre il 35%, un terzo del fabbisogno di granella. Il drastico crollo delle quotazioni dell’ultimo anno e i problemi con le micotossine hanno accentuato la crisi della maidicoltura.
Le previsioni dicono che nel 2015 ci sarà una contrazione delle semine sia a livello nazionale (- 8%), sia a livello mondiale. Stando a quanto riportato da un articolo pubblicato sul sito del Sole 24 Ore, negli USA, ad esempio, il sorgo sostituirà in parte mais e frumento, crollati di prezzo dopo due stagioni consecutive di raccolti da primato nel mondo. Cio’ dovrebbe contribuire ad un ritorno alla una normalità “storica” dei prezzi del mais nella seconda metà del 2015 e si stanno moltiplicando le sirene che “vedono” una ripresa delle quotazioni, ma tale speranza è legata a una somma di previsioni ancora tutte da verificare.
La crisi della maiscoltura italiana non puo’ essere presa alla leggera. Il mais è la fonte energetica per eccellenza utilizzata in alimentazione animale, per tutte le categorie di allevamento. La maggior parte del mais disponibile in Italia è infatti destinata all’uso zootecnico, mentre solamente una percentuale limitata è utilizzata per altri impieghi. Non solo la carne e il latte dipendono dai suoi chicchi, ma anche molti importanti prodotti trasformati, dai formaggi ai prosciutti dop, che sono l’orgoglio del made in Italy.
Il mais é una coltura essenziale per la tenuta del nostro sistema agroalimentare, anzi strategica, alla quale non si puo’ rinunciare.

Lodovico Actis Perinetto, presidente Cia Piemonte