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Polvere di latte il “metanolo” dei formaggi


L’Ue ha un mezzo, subdolo quanto discriminatorio, che si chiama “procedura d’infrazione”, che mentre la maggioranza pensa “cosa abbiamo combinato stavolta”, nella realtà si dimostra infallibile per punire tutti e tutto quello che dà fastidio agli “euroinomani”, come ben si potrebbero definire quelli che pensano che senza Euro e Europa non c’è speranza.
In campo agricolo e alimentare, l’ultima procedura di infrazione aperta nei confronti dell’Italia è arrivata, pare su richiesta di un gruppo di industriali nostrani, per dirci che fare il formaggio solo con il latte a Bruxelles o, meglio, dalle Alpi in su, non gli sta bene, mentre al di sotto delle Alpi una legge ed il buon senso ci impongono da oltre mille anni, la difesa della qualità ed eccellenza dei prodotti. Una difesa per la tutela della salute dei consumatori, ma anche per fare sempre di più la differenza verso il tentativo, da parte dei nostri competitori, di globalizzare i gusti, senz’altro al ribasso, mentre serie politiche dovrebbero portare in futuro i nostri prodotti ad avere maggiori possibilità.
Penso che quasi tutti ricordino quello che ha significato lo scandalo del vino al metanolo per l’intero settore vitivinicolo, dimostrando “in primis” che solo con l’uva si deve fare il vino e solo con la serietà, il lavoro e la lungimiranza si può pensare di crescere, come del resto ne sono testimonianza, dopo tanti anni, i risultati, in termini di mercato ed economici, che il comparto vitivinicolo sta ottenendo.
Il comparto lattiero nostrano credo che molto abbia da imparare, non invidiare, se vuole continuare a difendere e presidiare territorio e posti di lavoro, a garanzia delle tante famiglie che hanno voluto continuare a credere e investire, malgrado le bastonate che continuano ad arrivare da Bruxelles.
Penso che per impedire che in un futuro non troppo lontano si usi la polvere di latte per produrre formaggi o altro, ed anche per difendere un prezzo che permetta la sopravvivenza delle nostre aziende, non occorra ricorrere troppo alla carta bollata o affidarsi a politici “euroinomani”, ma pensare alla possibilità di tornare alle frontiere, tutti uniti, perché solo così saremo noi ad aprire la procedura di infrazione verso una Comunità europea che da quasi quarant’anni cerca di imporci un modello perdente, quello di volerci fare sentire gemelli e non solo fratelli.

Antonino Bedino