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Piemonte, cresce l’attesa per il Tavolo del latte, lunedì 5 novembre, mentre c’è l’accordo con Lactalis


Cresce l’attesa per la nuova convocazione del Tavolo del latte (in questo passaggio riservato alle parti agricole), lunedì 5 novembre all’Assessorato all’Agricoltura del Piemonte. Il nodo più importante da sciogliere riguarda la tabella unica della qualità, condivisa dalle rappresentanze sindacali e degli allevatori, ma non dalla parte industriale, che l’ha apertamente contestata.

Intanto, è stato raggiunto l’accordo sul prezzo del latte alla stalla con Italatte, società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale, presente anche sul territorio piemontese.  L’accordo riguarda la chiusura dell’annata in corso e prevede una quotazione di 37,5 centesimi al litro per il mese di ottobre, che sale a 38 centesimi al litro a novembre fino ad arrivare ai 38,5 centesimi al litro nel prossimo mese di dicembre, per una media trimestrale di 38 centesimi al litro con riferimento al mercato della Lombardia. In questo modo il 2018 si chiude con un prezzo medio alla stalla pari a 37,4 centesimi al litro.

“La situazione del Piemonte è purtroppo diversa – osserva in un comunicato, Coldiretti Piemonte -, in quanto storicamente il prezzo applicato nella nostra Regione sconta una riduzione pari a 1 centesimo rispetto ai prezzi sopra riportati e un’ulteriore diminuzione legata anche ai volumi di latte prodotto e venduto da ogni singolo allevamento”.

Per il 2019 sarà ancora in vigore il meccanismo dell’indicizzazione con il mantenimento del paniere con le quotazioni del Grana Padano e il prezzo medio del latte nei Paesi UE e l’introduzione di meccanismi che consentiranno di premiare maggiormente il latte prodotto durante il periodo estivo.

“Ripartiamo da questa nuova intesa – afferma Franco Ramello, responsabile economico di Coldiretti Piemonte – per gettare le basi per la programmazione delle imprese agricole nei prossimi mesi. Questo accordo crediamo possa diventare un punto di riferimento per le quotazioni del latte non solo a livello nazionale, ma anche per gli altri caseifici del Piemonte”.

“Ciò che accade in Lombardia è sempre una cartina di tornasole per il comparto – sottolinea Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte -. I rapporti tra le parti sono visti con molta attenzione anche dai nostri allevatori, perché l’evolversi dei rapporti tra industriali e agricoltori nell’area lombarda ha la sua influenza in tutte le principali zone del Paese dove si produce il latte. Dobbiamo quindi tener conto dell’intesa raggiunta in Lombardia dove, va detto, c’è però una situazione diversa rispetto alla nostra: lì le cooperative hanno un peso preponderante, svolgono una funzione calmierante e danno indicazioni importanti al mercato. Detto questo, per quel che ci riguarda, siamo sempre aperti al dialogo e confidiamo nell’ascolto della parte industriale, affinché torni a ragionare con noi anche e soprattutto dopo quanto accaduto vicino ai nostri confini”.

In Piemonte la situazione è attualmente di stallo, dato che l’ultimo Tavolo tecnico del latte, svoltosi il 22 ottobre scorso a Torino, si è chiuso con il più classico “nulla di fatto” nonostante la presentazione di una tabella qualità, condivisa e preparata da tutte le organizzazioni agricole e avanzata con l’obiettivo di rendere più omogeneo il quadro.

“La nostra tabella non è stata presa in considerazione, ma noi restiamo fermi sulla nostra posizione che accomuna tutta la parte agricola – conclude Allasia –. Il latte c’è, ha un alto livello qualitativo e va per questo remunerato nel giusto modo, cosa che oggi non avviene. Ciò che chiediamo sono regole comuni e omogenee per il comparto. Siccome l’interesse dei produttori è uguale in tutte le aree di produzione, abbiamo chiesto un’uniformità di trattamento, che però non viene presa nella giusta considerazione dagli industriali”.