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Patate, ceci, fagioli… Ecco come la siccità cambia le scelte agronomiche


“L’annata agraria 2017-2018 porterà a una ulteriore differenziazione delle colture agronomiche in provincia di Mantova, come conseguenza della crisi dei prezzi dei cereali, che pure sfiorano i 70 mila ettari sul territorio, sui circa 370 mila ettari della Lombardia”.

A dirlo è il presidente di Confai Mantova, Marco Speziali, che prosegue: “La ricerca alla diversificazione è la conseguenza di quotazioni di mercato per i cereali così basse, da mettere in crisi i bilanci di alcune aziende agricole, nonostante la continua ricerca di contenimento dei costi di produzione anche tramite la minima lavorazione”.

Ecco che sono comparse colture come la patata, i ceci e i fagioli borlotti, soprattutto nel Medio Mantovano, in parte destinati alla pastificazione nel segmento del gluten free, o il luppolo per la produzione di birra artigianale. Anche la barbabietola, complice la fine delle quote zucchero, sta vivendo un piccolo risveglio.

Confai Mantova, l’associazione di agricoltori e agromeccanici che opera su oltre il 95% della superficie agricola provinciale, tratteggia alcuni cambiamenti in atto, in parte dettati da fattori economici e in parte di natura ambientale.

“La siccità che ha caratterizzato la scorsa annata agraria – osserva il presidente di Confai Mantova, Marco Speziali – ha portato gli agricoltori ad orientarsi verso colture in grado di assorbire meno acqua, preferendo al mais i cereali autunno-vernini. Anche chi alleva bovini da latte sta cercando di sostituire nella razione alimentare il mais con grano foraggero oppure sorgo zuccherino”.

Desta curiosità anche la canapa, ma non sono molti gli ettari destinati a quella che fino agli anni Cinquanta era una coltura particolarmente diffusa nei campi mantovani, per la versatilità del suo utilizzo.

Meno energia. A orientare le imprese agricole verso i cereali, la cui diffusione nel 2017-2018 è cresciuta di oltre il 10% in provincia di Mantova, sono anche i cosiddetti fattori energetici. Con prezzi di mercato che non si possono certo definire esaltanti e che dovrebbero rimanere pressoché invariati fino al 2030, secondo le proiezioni diffuse dall’Unione europea, rispetto al mais il sorgo, i grani duri e teneri, i frumenti da foraggio richiedono meno passaggi in campo e, se la stagione non è particolarmente siccitosa, nessuna operazione di irrigazione, con notevole risparmio di gasolio.

“La questione del carburante agricolo, anche alla luce dell’ultima legge di Stabilità sulla capacità delle cisterne e gli obblighi di sicurezza, passati inosservati dalla maggior parte del mondo agricolo, orienterà sempre di più le imprese verso una razionalizzazione dei costi aziendali, a partire da quelli energetici”, rileva Confai Mantova.

I progetti di filiera. Sia su scala nazionale che a livello locale si stanno diffondendo alcuni progetti di filiera legati alla cerealicoltura. “Privilegiano la provenienza locale o nazionale delle produzioni, in base agli obiettivi dei trasformatori – commenta Speziali -. L’adesione da parte degli agricoltori va valutata caso per caso, in quanto, se da un lato viene riconosciuto un prezzo di mercato un po’ più elevato, dall’altro viene imposto l’obbligo di utilizzare sementi e mezzi tecnici con protocolli agronomici e passaggi in campo predefiniti, che di fatto spesso vanificano il maggior prezzo assicurato all’azienda agricola”.