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Pac, l’ultima parola al Consiglio dell’Unione


Il Parlamento europeo si è espresso definitivamente sulla riforma della PAC e ha approvato definitivamente il Quadro finanziario pluriennale dell’Unione per il periodo 2014-2020. A seguito dell’accordo politico raggiunto nei triloghi tra il Parlamento, il Consiglio (allora sotto la presidenza irlandese) e la Commissione, tutte le condizioni poste nella risoluzione del 3 luglio sono state ampiamente rispettate. A questo punto, il Consiglio dei ministri agricoli dovrebbe approvare definitivamente la riforma della PAC il 26 dicembre.
L’Italia nei prossimi sette anni avrà a disposizione 33,4 miliardi di euro (su un totale di 408,31 miliardi di euro complessivi a livello europeo): di questi 22,96 miliardi andranno per i pagamenti diretti e alle misure di mercato (I pilastro); i restanti 10,3 miliardi per lo sviluppo rurale (II pilastro). Nel 2017, è prevista una revisione della riforma della PAC.
La pubblicazione dei testi definitivi dei regolamenti dovrebbero arrivare all’inizio del prossimo anno.
Pagamenti diretti 2013 e disciplina finanziaria: il Consiglio Affari generali dell’UE del 19 novembre ha adottato il regolamento che fissa un nuovo tasso di adattamento dei pagamenti diretti per il 2013. In pratica, gli importi dei pagamenti diretti (previsti dall’articolo 2, lettera d del Regolamento Ce 73/2009) superiori a 2.000 euro da erogare agli agricoltori per la domanda unica presentata nel 2013, saranno ridotti del 2,453658%, come previsto dall’accordo raggiunto sulla disciplina finanziaria. Viene così abrogato il Regolamento UE 964/2013 del 9 ottobre 2013 che fissava la percentuale di adeguamento al 4,001079%. Occorre precisare che, in Italia, tale soglia consentirà a 915.000 produttori (il 74% del totale) di non subire questo tipo di taglio.
Tale riduzione si aggiunge alla norma generale dei pagamenti diretti, la cosiddetta “Modulazione” ora chiamata “Aggiustamento dei pagamenti diretti nel 2013”, prevista all’articolo 10 bis del Regolamento Ce 73/2009, che prevedeva già un taglio del 10% dei pagamenti diretti che superano i 5.000 euro e la riduzione ulteriore del 4% per gli importi superiori a 300.000 euro.