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Pac, come funziona la Domanda grafica


La redazione e presentazione della Domanda Unica, strumentale per percepire i contributi PAC, è in costante evoluzione. Essa prevede una procedura informatica di compilazione basata sull’osservazione di foto aeree e sulla dichiarazione delle diverse colture nei rispettivi appezzamenti, oltre che sull’aggiornamento degli altri dati riguardanti la consistenza aziendale, quali allevamenti, motori agricoli, eccetera.

Il 2017 rappresenta un anno particolarmente delicato, in quanto è prevista l’estensione in forma massiva di nuovi strumenti di natura grafica per la compilazione delle domande.
I sistemi informativi alla base della compilazione delle domande, infatti, vanno via via affinandosi, rendendo più precisa la possibilità di dichiarare la consistenza aziendale.

Già nel 2016, era stata introdotta la cosiddetta “Domanda grafica”, la quale, però, era prevista solo per alcune aziende. Dal 2017, la platea delle aziende interessate da questo nuovo strumento è previsto che aumenti notevolmente. La “Domanda grafica”, a differenza di quella classica detta “alfanumerica”, prevede la scomposizione dei terreni dell’azienda non più in particelle catastali, ma in isole, vale a dire gruppi di mappali, tra loro contigui, che vanno a formare un insieme uniforme.

Inoltre, la “domanda grafica” permette una lavorazione dei piani di coltivazione direttamente sulle foto aeree, mentre, in precedenza, essa avveniva utilizzando le foto aeree come semplice base di riferimento, ma lavorando su schemi alfanumerici.

Tutto ciò può tradursi, per le aziende, in determinati casi, nel dover individuare con precisione non più solo i metri quadrati di ogni coltura, ma la localizzazione rispetto al territorio.

Un esempio può aiutare a comprendere meglio la situazione: un’azienda dispone, tra le altre, di due particelle catastali contigue, sulle quali coltiva mais e grano. La somma della superficie coltivabile delle particelle è di 5.000 mq. Mentre, in passato, era sufficiente stabilire la ripartizione in mq tra mais e grano (ad esempio, 3.000 mq di mais e 2.000 mq di grano), con il sistema grafico occorre, in molti casi, anche dire se l’appezzamento è diviso da nord a sud, o da est a ovest, o in quale altro modo e, soprattutto, in quale parte vi è il grano ed in quale vi è il mais, oltre, chiaramente, a definire la dimensione in mq di ciascuna delle due colture.

La mole di informazioni richiesta, dunque, aumenta e questo può essere un beneficio laddove consenta di predisporre domande PAC più precise, ma anche uno svantaggio qualora vada a rallentare l’iter burocratico.
Si attendono, dunque, nuovi sviluppi per meglio comprendere questo nuovo strumento di presentazione di una pratica indubbiamente importantissima per le aziende agricole: la domanda PAC.

Angelo Pasero, Agrieuro (Savigliano)