Sezioni


Ortofrutta, con Brexit l’Italia può subire danni


“La Brexit ha provocato uno shock politico, ora bisogna evitare che provochi uno sconvolgimento economico. Il processo va governato. E andrà evitato che il comparto ortofrutticolo, già fortemente penalizzato dall’embargo al mercato russo, sia uno dei più danneggiati. Altrimenti Embargo e Brexit rischiano di diventare un mix micidiale. A questo occorre aggiungere la nuova politica disegnata dal presidente Trump e le numerose ‘barriere non tariffarie’ imposte da molti Paesi terzi che, per un prodotto come l’ortofrutta, con una forte propensione all’export, risultano dannosissime”.

Lo ha detto Nicola Cilento, componente della giunta esecutiva di Confagricoltura, intervenendo a Roma alla tavola rotonda, nell’ambito dell’assemblea di Fruitimprese a cui ha partecipato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti, l’associazione delle imprese ortofrutticole che ha focalizzato proprio il tema dei nuovi scenari che si profilano per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

“Bisogna tener conto che l’ortofrutta, trattandosi di un mercato complesso, per motivi legati alla logistica ed alla shelf life possa subire contraccolpi per le eventuali riduzioni delle esportazioni e quindi anche per le ripercussioni sul mercato interno. Abbiamo visto cosa è accaduto a Mosca, con il blocco dell’export provocato da decisioni politiche, di cui gli imprenditori agricoli non erano assolutamente responsabili. Vigileremo sull’operato della Commissione durante i negoziati affinché non vengano introdotte misure penalizzanti per le nostre imprese; l’Unione europea dovrà attrezzarsi, prevedendo ad esempio un apposito budget da destinare ad eventuali crisi”.

Ad avviso di Confagricoltura degli 8-9 miliardi di euro di import ortofrutticolo nel Regno Unito, 5 miliardi provengono dall’Unione europea; la quota italiana è di 700 milioni di euro (che rappresenta il 9% delle esportazioni ortofrutticole nazionali verso UK). Londra potrebbe trovare più conveniente importare prodotti dai Paesi Terzi. “Quello britannico non è certo il principale mercato per le imprese ortofrutticole nazionali, ma comunque è una realtà con un grosso potenziale, che verrà meno”.

Il rappresentante di Confagricoltura, infine, ha messo in guardia sui controlli fitosanitari per i prodotti ortofrutticoli in entrata dai Paesi terzi nel territorio dell’UE. “Registriamo – ha concluso – un pericoloso abbassamento del livello di guardia, rischiando così la diffusione di malattie attualmente non presenti, come CBS o citrus black spot-macchia nera per gli agrumi. Non intendiamo innalzare barriere, ma semplicemente fare in modo che vengano rispettati i principi di precauzione e di reciprocità”.