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Ogm, Confagricoltura dice no al bavaglio alla scienza


Non si può far parte dell’Europa a singhiozzo. I divieti e il bavaglio alla scienza probabilmente nascono dalla paura che le ricerche possano dimostrare – come a dire il vero hanno sempre dimostrato – che la coesistenza è possibile.
E’ questo il commento di Confagricoltura alla mozione parlamentare e al successivo decreto a firma dei ministri delle Politiche agricole, della Salute e dell’Ambiente che impegna a chiedere la clausola di salvaguardia per vietare la coltivazione di Ogm in Italia e impedisce comunque la ricerca in pieno campo.
Forse si teme che si possa dimostrare su base scientifiche che, ad esempio, un ettaro di mais Ogm autoprotetto contro la piralide contiene meno micotossine, sostanze tossiche per l’uomo e gli animali prodotte dalle muffe che si sviluppano sulle ferite causate al mais da questo insetto. Su quali basi scientifiche – domanda Confagricoltura – i pochi ettari seminati in Friuli con mais Mon 810 sarebbero in grado di mettere a rischio l’ambiente, la salute dei consumatori e la biodiversità? E rammenta che la coesistenza tra mais convenzionale, bio e transgenico è possibile, come affermano dal 2006 ventuno società e accademie scientifiche. Studiare, sperimentare, conoscere, non ha mai fatto male a nessuno ed è alla base del progresso.