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Ogm, Cia Piemonte invoca chiarezza


Il Parlamento europeo ha approvato definitivamente a Strasburgo, con 480 voti a favore, 159 contrari e 58 astenuti, la nuova direttiva Ue che permetterà agli Stati membri di vietare, sul proprio territorio, la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) già autorizzati a livello comunitario. Le nuove norme entreranno in vigore già a partire dalla prossima primavera.
L’atteso via libera non metterà però un punto finale al dibattito sugli Ogm in quanto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker intende lanciare una revisione completa del processo di autorizzazione degli Ogm per eventualmente rivedere il principio di maggioranza qualificata nelle decisioni.
La proibizione o limitazione della coltivazione di un Ogm sul territorio di uno Stato non potrà pero’ in alcun modo limitare la circolazione di tale Ogm sul territorio del Paese autore della proibizione.
Rimarrà quindi irrisolto il problema delle enorme quantità di soia e mais ogm che continuano ad essere importate nel nostro Paese. I vari prodotti made in Italy di origine animale: latte, formaggi, burro, yogurt, carne, salumi, prosciutti, uova e così via, continueranno percio’ ad essere prodotti in grandissima parte a partire animali alimentati con mangimi a base di soia e di mais ogm di importazione. Gli ogm entrano abbondantemente persino nelle catene alimentari dei più importanti prodotti dop ed igp italiani (dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma), ma i consumatori non lo sanno perché non c’è l’obbligo di indicarlo in etichetta.
Il nostro Governo ha fatto bene a battersi perché i singoli Stati siano liberi di decidere se consentire o meno la coltivazione degli ogm, anzi del solo ogm di cui la Ue autorizza la coltivazione, ovvero il mais bt, ma ora occorre che si batta con altrettanto impegno perché la legislazione Europea preveda che venga segnalato in etichetta sui prodotti finiti se nella filiera è stato usato un ogm.
“I produttori sono disponibili a coltivare soltanto mais ogm free – spiega il presidente della Cia Piemonte, Lodovico Actis Perinetto- , ma l’area dei favorevoli alla coltivazione del mais biotech si va pericolosamente estendendo ed aumentato gli incerti, perché non ci sono misure che garantiscono un reddito adeguato a chi coltiva mais ogm free. Senza valorizzare le realtà delle filiere ogm free è molto difficile che il nostro mais possa reggere alla concorrenza del mais biotech, che ha costi di produzione inferiori”.