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Ocm vino, è polemica sulla lettera dell’Europa


“Da quanto si apprende dall’inchiesta di Agricolae.eu, sull’Ocm Vino il ministero delle Politiche agricole continua ad avere non uno, ma molti problemi, gestiti nel più totale silenzio e in danno di un settore che è strategico per l’agroalimentare Made in Italy. È ora che il ministro Martina esca dal suo bunker e si confronti con il mondo agricolo”.

Così l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, commenta le notizie trapelate sul documento inviato dall’Unione europea al Mipaaf, contenente osservazioni, richieste di chiarimenti e integrazioni relativamente al decreto ministeriale.

“Sono così tanti i rilievi sollevati – afferma l’assessore Fava – che sarebbe opportuno avviare una discussione con le Regioni e con il settore che, sorprendentemente, sembra accettare passivamente di essere stato catapultato nella palude dell’inefficienza, delle probabilità e degli imprevisti come se si trattasse del Monopoli e non di uno dei comparti che più di altri rappresentano la qualità e la biodiversità delle produzioni Made in Italy”.

Eppure, prosegue Fava, “quando mesi fa sollevai il problema, dicendo che la situazione dell’Ocm Vino era ormai incancrenita e che le proposte ministeriali erano pericolosamente vuote e inefficaci, alcuni statisti risposero che era tutta colpa di Regione Lombardia e della sua mancata approvazione in Conferenza delle Regioni dello schema ministeriale; ora vediamo che non è così. Anzi, per fortuna c’è la Lombardia, che non è complice silente dell’incapacità del ministero”.

L’elenco di carenze, inesattezze, inadempienze, inosservanze, rileva Agricolae.eu, è articolato e va dalla promozione nei paesi terzi alla ristrutturazione e alla riconversione; dal reimpianto di vigneti per ragioni sanitarie o fitosanitarie all’assicurazione del raccolto; agli investimenti nelle imprese alla distillazione dei sottoprodotti.

In particolare, relativamente alla promozione sui paesi terzi, la situazione sarebbe complicata. “La lettera di Bruxelles è custodita nei cassetti segreti del ministero – conclude Fava – ma sarebbe utile leggerla, soprattutto se, da quanto è trapelato, venga contestato persino il fatto che non viene chiarito e definito il metodo per verificare la ragionevolezza dei costi come richiamato nelle linee guida comunitarie e sarebbero elencati ben 15 richiami al rispetto di quanto previsto dalle linee guida comunitarie”.