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Occhio ai controlli sulla Domanda Unica 2012


In questi giorni gli organismi preposti stanno iniziando i controlli a campione sulle aziende che hanno chiesto contributi sulle misure agroambientali del Psr ed hanno presentato una Domanda Unica nel 2012.
I controlli vengono effettuati per verificare se l’agricoltore ha rispettato le norme previste dalla condizionalità per la sua azienda. Va ricordato che con il nome di condizionalità Pac si indicano tutte le norme di comportamento a cui devono sottostare le aziende che ricevono contributi comunitari (es. domanda unica Pac e Psr).
Il non rispetto delle norme può causare una riduzione dei contributi fino al suo azzeramento. Qualora venissero riscontrate anche eventuali “colpe gravi” riguardanti l’inquinamento ambientale si rischiano anche sanzioni penali.
Due recenti ed importanti norme sulla condizionalità riguardano l’avvicendamento delle colture (standard 2.2) ed il rispetto delle fasce tampone lungo i corsi d’acqua (standard 5.2).
AVVICENDAMENTO DELLE COLTURE.
Al fine di favorire l’avvicendamento delle colture sullo stesso appezzamento di terreno agricolo, non potranno avere una durata superiore a cinque anni le monosuccessioni dei seguenti cereali: frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro, mais e sorgo.
Per monosuccessione di cereali s’intende la coltivazione dello stesso cereale sul medesimo appezzamento per due o più anni consecutivi.
Il computo degli anni di monosuccessione decorre a partire dall’anno 2008.
Non interrompono la monosuccessione le colture intercalari di secondo raccolto.
La successione dei seguenti cereali: frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro, viene considerata come monosuccessione dello stesso cereale. Pertanto, anche la loro alternanza è considerata monosuccessione.
È quindi evidente che, chi ha fatto monosuccessione nei termini sopra specificati già per cinque anni sullo stesso appezzamento, con le prossime semine dovrà interromperla per non incorrere in violazione della norma.