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Moscato, prime ipotesi rese di ottanta quintali


La vendemmia si avvicina e si avvia anche il confronto per giungere ad un accordo tra parte agricola e parte industriale per il conferimento delle uve moscato. Un primo momento di approfondimento della situazione si è svolto ieri in Regione alla presenza dell’assessore Giorgio Ferrero.

"Si è fatta una prima ipotesi sulle rese – riferisce Ivano Andreos, rappresentante della Cia al tavolo di filiera del Moscato -, che potrebbero essere di 80 quintali sia per le uve destinate ad essere trasformate in Asti docg, sia per quelle destinate ad essere trasformate in Moscato d’Asti docg. E’ stata presa in esame anche la possibilità sbloccare successivamente delle parti di mosto ricorrendo al meccanismo del blocage/deblocage, ma è una possibilità che per la parte agricola deve essere subordinata alla garanzia del ritiro totale delle uve".

Nei prossimi giorni sono in programma incontri con la parte industriale e con la cooperazione per entrare nel merito di tutti gli aspetti dell’eventuale accordo, compreso il prezzo delle uve che, come è noto, dopo il parere dell’Antitrust, non più essere imposto, ma soltanto "consigliato".

"L’accordo – spiega Andreos – deve tendere a non alimentare ulteriormente le giacenze, individuando una resa tarata sulla base dell’attuale mercato, ma occorre contemporaneamente puntare ad un rilancio dell’Asti docg, anche nella nuova tipologia Secco, con forti ed incisive iniziative promozionali. Tutti gli attori della filiera devono ricercare insieme, con il sostegno della buona politica, soluzioni intelligenti per rilanciare un comparto che dà lavoro a 4.000 famiglie e vive un momento di appannamento".

(Fonte: Cia Piemonte)