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Moscato d’Asti Docg, il Tar dà ragione alla Coldiretti 


“La sentenza del Tar che blocca l’allargamento della zona di origine del Moscato d’Asti Docg al Comune di Asti, è un atto di giustizia verso l’economia del territorio e una chiara affermazione della qualità della nostra vitivinicoltura”, questo il primo commento, del presidente e del direttore di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, sull’annullamento del decreto ministeriale del 16 maggio 2012.
Coldiretti Piemonte (unica organizzazione agricola che ha presentato ricorso al Tar, insieme all’Associazione Produttori Moscato d’Asti) ha promosso e vinto il ricorso al tribunale amministrativo dopo che il Ministero delle Politiche Agricole aveva di fatto concesso l’iscrizione all’anagrafe viticola di alcuni ettari di vigneto Moscato d’Asti Docg, senza un’adeguata pubblicità e senza consultare adeguatamente il Comitato Vitivinicolo Nazionale.
“Al di là della querelle burocratico-amministrativa risolta a nostro favore – sottolinea Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti e membro di Giunta regionale con delega al settore vitivinicolo – siamo soddisfatti per aver tutelato al meglio i nostri associati e per aver fatto salvi i principi democratici di autogoverno della filiera vitivinicola. Con più riunioni pubbliche la nostra base associativa si era infatti espressa negativamente all’inserimento del comune di Asti nel disciplinare produttivo del Moscato d’Asti Docg. Questo per due motivi: l’eventuale danno economico derivante dall’allargamento della zona di produzione, che sostanzialmente dava atto a una maggiore disponibilità di prodotto sul mercato; la salvaguardia dei presupposti qualitativi del Moscato d’Asti Docg che storicamente non viene contemplata sul territorio del comune di Asti”.