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Mercato delle uve, perchè non torniamo al passato?


Farsi il vino con le proprie mani e capacità. Le uve rosse si prestano per questa pratica. Nei momenti di crisi riscopriamo le nostre tradizioni. Crediamoci in una vendemmia in ritardo. Novita’ e fantasia nei periodi difficili.
E’ forse presto per parlarne in quanto sarà sicuramente rispetto alle
ultime stagioni una vendemmia in ritardo per la situazione meteo in primavera.
Pero’ puo’ essere l’occasione in tempo di crisi di riscoprire le nostre belle tradizioni, soprattutto in provincia di Cuneo, che in passato hanno fatto scuola e sono state il centro della nostra bella agricoltura.
Stiamo parlando dei forti legami che scaturivano con l’acquisto delle uve da parte dei contadini della “piana” e della “montagna vicino a Cuneo e Saluzzo”, dei “particolari” ovvero contadini delle colline di Langhe, Roero e Monferrato molto ambiziosi che si davano un certo tono quando vendevano le loro uve rosse pregiate (dolcetto, barbera soprattutto) ai colleghi dell’altra parte della provincia.
L’iniziativa portava del buon vino nelle cantine per l’inverno e ricchezza di contatti tra diversi tipi di agricoltura e non di rado si acquistavano i vitelli, la frutta e altro per i contadini della collina.
Senza dubbio in particolari e lunghi periodi di crisi dobbiamo ritornare sui nostri passi per risparmiare e come si dice “bere bene” e non comperare dalle scansie dei supermercati, dove dilagano vini di altre zone con importi a meno dell’acqua….
Ci vuole però da ambo le parti uno scatto d’orgoglio e uscire dalla pigrizia un po’ cronica per imparare dai nostri vecchi, quanto ci hanno voluto tramandare e dove in troppi casi non abbiamo fatto tesoro degli insegnamenti.
Non c’è solo per la nostra produzione vinicola l’estero, ma anche il nostro mercato che in parte abbiamo dimenticato e questo punto di contatto tra gli agricoltori porterebbe sui tavoli dei vini provenienti da uve selezionate e ricercate con passione e amore.
Di fronte allo scenario congiunturale odierno, la fantasia e la novita’ “sul passato” possono aiutare veramente il nostro bel territorio. Siamo troppo impauriti e disorientati ma forse le soluzioni sono meno complesse di tanti “summit o meeting” nelle grandi capitali europee…!
Muoviamo in questo contesto i gruppi d’acquisto solidale o altri enti
come i “dopolavoro”, club, associazioni… Archimede con una leva ha mosso il mondo.
Del resto per le uve rosse non ci vogliono grandi attrezzature e capacita’ fuori norma, ma solo volontà. Sarebbe interessante sulle pagine del nostro giornale “L’imprenditore agricolo” e sul sito “terraoggi.it” stimolare su questo tema una discussione
ed un confronto sano e razionale per ripercorrere un cammino comune mai reciso del tutto.

Mauro Bongiovanni
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