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Lo scoiattolo americano fa tremare le Langhe


Il presidente del Creso (Consorzio di ricerca sperimentazione e divulgazione per l’ortofrutticoltura piemontese), Michele Quaglia, ha scritto agli assessori all’agricoltura di Provincia e Regione affinchè favoriscano “l’estensione dell’attività di monitoraggio e di cattura dello scoiattolo grigio, attualmente concentrata nella cintura torinese, anche nell’area delle Langhe, al fine di poter tempestivamente prevenire l’insediarsi di questo pericoloso roditore alloctono capace di provocare danni ingenti al comparto corilicolo piemontese”.
La lettera, siglata anche a nome delle OP corilicole Ascopiemonte (748 aziende associate e 2.448 ettari di superficie a nocciolo) e Piemonte Asprocor (670 aziende associate, 2.700 ettari di superficie a nocciolo), della cooperativa Corilanga (45 aziende associate e 400 ettari di superficie a nocciolo) e del Comitato spontaneo difesa dal ghiro, evidenzia in dettaglio il pericolo della diffusione dello scoiattolo grigio, una nuova specie originaria dell’America e molto più competitiva del nostro scoiattolo rosso, che rischia anzi di estinguersi.
«Si tratta – osserva il direttore del Creso, Silvio Pellegrino – di un roditore vorace e competitivo che, a differenza del ghiro, non va in ibernazione. È stato calcolato, in base al peso dell’animale (500-650 g lo scoiattolo grigio rispetto ai 100-140 g di un ghiro), al suo fabbisogno energetico e al fatto che gli scoiattoli in autunno usano le nocciole per costituire le scorte invernali, un possibile consumo di 6-12 kg di nocciole all’anno per animale. La specie può raggiungere densità notevoli: da 1 a 2 fino a 10-20 animali per ettaro. L’impatto complessivo sui noccioleti può quindi essere rilevante e anche superiore a quello oggi dovuto al ghiro».
Contro l’espansione, prevista dalle Università di Torino e Newcastle (UK), dello scoiattolo grigio nelle Alpi occidentali, è già attivo il progetto “Life + Ec-Square” dello stesso ateneo torinese, a tutela dello scoiattolo comune.
La corilicoltura piemontese, peraltro, ha già subito ingenti perdite economiche a causa dei ripetuti attacchi da parte di roditori come il ghiro (Glis glis), con indennizzi per danni che costano alla Regione intorno ai 100 mila euro all’anno.