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L’Italia chiede all’Europa la tracciabilità del grano


L’Italia ci riprova. Dopo il latte, il grano. Ed ha inviato a Bruxelles un decreto che introduce l’obbligo dell’indicazione di origine del grano. L’obiettivo è quello di valorizzare le produzioni di grano italiano di qualità e consentire all’industria della pasta di aumentare gli approvvigionamenti nazionali, all’insegna della massima trasparenza verso i consumatori.

La decisione sull’etichetta si inserisce in un quadro di misure che il governo sta mettendo in campo per il settore grano pasta.

Nel caso dei prodotti lattiero-caseari l’iter europeo è durato sei mesi (su questo fronte spingeva anche la Francia, oltre all’Italia). Non è escluso che anche per la filiera grano-pasta si possa viaggiare altrettanto speditamente: è vero che spinge solo l’Italia, ma questa volta non dovrebbe esserci, come nel 2011, l’opposizione dei produttori di pasta.

“La tracciabilità delle materie prime nel ciclo produttivo della pasta e l’obbligo dell’indicazione in etichetta dell’origine di tutte le materie prime sono delle antiche e reiterate richieste della Cia – spiega il presidente regionale della Cia Lodovico Actis Perinetto-. Sono entrambe necessarie sia per sostenere i prodotti italiani di qualità, sia per dare garanzie ai consumatori sulla trasparenza della filiera e sulla qualità dei prodotti. Auspichiamo che la Ue conceda il via libera al decreto sul grano in tempi brevi”.