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Le reti anti-insetto contro il “verme delle mele”


La carpocapsa (Cydia pomonella) è l’insetto più insidioso per le pomacee. Se non adeguatamente controllata, provoca ingenti danni qualitativi. E’ il cosiddetto verme delle mele, le cui gallerie all’interno della polpa rendono i frutti incommerciabili.

VICOLO CIECO
Fino a pochi anni fa la lotta era effettuata con insetticidi, sia di sintesi che naturali, che però alterano l’equilibrio dell’ecosistema. Senza contare che stimolano la comparsa di popolazioni di insetti resistenti, che costringono a rincorrere sempre nuovi agrofarmaci con meccanismi di azione diversi. Un vicolo cieco, che ha spinto i ricercatori a cercare tecniche innovative, efficaci contro la carpocapsa, ma allo stesso tempo sicure per consumatori e agricoltori (spesso ce ne dimentichiamo, ma sono i primi che hanno bisogno di vivere in un ambiente sano).

ALT CARPO
La confusione sessuale è oggi il metodo biologico più efficace, diffuso sul 62% dei meleti piemontesi. Il Creso sta però già lavorando su una nuova tecnica – denominata Alt’Carpo – che utilizza barriere di reti anti-insetto. E’ un metodo di lotta fisico/meccanico, pienamente ecosostenibile e ammesso dai disciplinari di difesa integrata e biologica.

INTUIZIONE
L’idea è nata in Francia, da un frutticoltore disperato per gli insuccessi degli insetticidi. E’ stata poi sviluppata da una stazione sperimentale che fa parte della rete di ricerca europea cui partecipa anche il Creso. Il Creso a sua volta l’ha adattata alle condizioni colturali piemontesi, mettendo a punto una serie di accorgimenti applicativi che stanno rendendo questa tecnica pienamente affidabile. Anche altre regioni italiane stanno iniziando a studiare l’Alt-Carpo, ma i frutticoltori piemontesi hanno un vantaggio competitivo di 1-2 anni. La nuova tecnica si sta ampiamente diffondendo nei nostri frutteti, con notevoli vantaggi ecologici ed economici.

FRUTTETI IMPACCHETTATI
L’Alt’Carpo consiste nell’isolare i singoli filari (mono-filare) o interi appezzamenti (mono-parcellare) con reti anti-insetto (la maglia è di 2,2 x 5,4 mm). In Piemonte, considerata la diffusione degli impianti coperti da reti antigrandine, di norma si opta per la chiusura dell’intero appezzamento. I vantaggi sono notevoli: compatibilità con l’ambiente, sicurezza alimentare e degli operatori, sostenibilità economica.

RESPINGERE I CORTEGGIATORI
Come funziona? L’idea è basata su una considerazione empirica: sotto le reti antigrandine l’aggressività della carpocapsa è minore e, di conseguenza, viene adagiata una rete su ogni filare in modo che copra l’intera chioma. Le reti influiscono sul comportamento dei lepidotteri. Prima di tutto impediscono o minimizzano l’entrata degli insetti, provocando una progressiva diminuzione delle popolazioni nel frutteto. Inoltre gli accoppiamenti della carpocapsa sotto rete sono fortemente ridotti o azzerati. Tra le cause, tuttora oggetto di studio, c’è l’effetto “disturbo” delle reti nella fase del corteggiamento, durante il quale l’insetto predilige la sommità della vegetazione. Questo comportamento è molto più evidente adottando la protezione sulle singole file (monofilare), mentre nel caso del mono-parcellare, più che un’azione di disturbo, si tratta di formare una vera e propria barriera fisica che sbarra l’accesso all’insetto.

EFFETTI COLLATERALI POSITIVI
Oltre all’efficacia nei confronti della carpocapsa, nell’ambito del Progetto AGER finanziato da un consorzio di Fondazione bancarie tra cui la Cassa di Risparmio di Cuneo, il Creso ha esaminato nel dettaglio gli effetti su altre avversità. Non si sono evidenziate differenze sostanziali, rispetto al frutteto senza rete, per quanto riguarda maculatura bruna, ticchiolatura e cocciniglia. Mentre si segnalano gli effetti positivi sul contenimento dei danni da piralide, la riduzione di frutti deformi causati da miridi, sui danni da uccelli.