Le idoneità vinicole della Regione Piemonte
Primo esempio in Europa, sono state messe a punto valutazioni oggettive basate
su parametri morfologici (esposizione, giacitura, altimetria) ed agronomici (necessità
energetiche delle piante) fondamentali per definire un primo piano del settore
Il Comune di Santo Stefano Belbo, congiuntamente ai Consorzi di Tutela e alla Regione Piemonte, è da sempre impegnato nell’attività di valorizzazione delle denominazioni, promuovendo e tutelando le risorse viticole presenti sul territorio: è stata dedicata particolare attenzione al potenziamento dei legami che intercorrono tra territorio e produzioni di qualità, con l’impegno di promuovere attività di ricerca scientifica per supportare le migliori produzioni enologiche.
Lo studio presentato a Santo Stefano Belbo, venerdì 30 novembre, nei locali della Fondazione Cesare Pavese alla presenza del Sindaco Luigi Genesio Icardi e dell’assessore iegionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto, si pone l’obiettivo di conoscere meglio le peculiarità territoriali con il fine di gestire e tutelare al meglio l’attività vitivinicola.
Il legame tra luogo di produzione e prodotto è sicuramente, in un mercato che tende alla globalizzazione, sinonimo di eccellenza e di difesa delle ricchezze produttive e conoscitive; la capacità di mantenere il patrimonio della propria terra è uno degli elementi che consentono alle produzioni di qualità di vincere la sfida proveniente da altri mercati.
Per poter gestire e programmare le risorse territoriali presenti nell’area Comunale e Regionale, è sempre più necessario poter individuare, con l’ausilio di parametri scientifici, le aree agricole di sviluppo, cogliendone tutte le opportunità dal punto di vista morfologico, di esposizione, di giacitura, di tessitura dei terreni e di altimetria.
Con tali finalità lo studio si serve di strumenti informatici che concorrono a produrre una mappatura delle aree viticole esistenti e di quelle potenzialmente idonee alla produzione dei vini sull’intero Comune.
Primo esempio in Europa, sono stati messi a punto valutazioni oggettive basate su parametri morfologici (esposizione, giacitura, altimetria) ed agronomici (necessità energetiche delle piante) fondamentali per definire un primo piano di “Idoneità Territoriale Viticola” da utilizzare per la gestione e la valorizzazione dell’intero settore.
«Dagli studi di idoneità si identifica il vino non solo come prodotto di una specifica attività agricola – osserva l’assessore Sacchetto -, ma anche quale risultato del territorio da cui deriva: il paesaggio in cui nasce va considerato quale fondamentale valore aggiunto che contribuisce alla qualità del prodotto finale. Il territorio viticolo è caratterizzato da variabilità orografica, geologica, pedologica e climatica e la sua caratterizzazione effettuata sulla scorta di importanti parametri oggettivi e ambientali costituisce uno strumento per incrementare le opportunità economiche. Lo studio di idoneità viticola presuppone l’acquisizione e l’integrazione delle conoscenze dei fattori ambientali ottenibili solo attraverso un lavoro interdisciplinare.
Il risultato finale di uno studio di idoneità viticola costituisce per il viticoltore uno strumento da utilizzare nelle scelte gestionali del vigneto e dell’azienda allo scopo di far esprimere al vitigno le proprie potenzialità, e per la Pubblica Amministrazione un valido supporto nelle scelte di pianificazione territoriale».
(nella foto; l’assessore regionale Claudio Sacchetto all’incontro di presentazione a Santo Stefano Belbo)